Malawi: la Chiesa piange il volontario italiano morto di malaria
La comunità ecclesiale di Mangochi, in Malawi, piange la scomparsa di Giacomo Marcialli,
un sessantaquattrenne imprenditore italiano di Lurano (in provincia di Bergamo), che
arrivato alla pensione aveva deciso di aiutare le popolazioni africane mettendo a
loro disposizione la sua esperienza di impresario edile. L’anno scorso era partito
per il Malawi per collaborare con l’associazione “Malawi nel cuore” (per la quale
collabora anche la sorella Giuditta che opera da anni nella missione delle Suore Sacramentine
di Namwera) all’ampliamento dell’ospedale di Namandaje, nel distretto di Mangochi.
Dopo anni di lavoro, aveva scoperto la sua vocazione: aiutare l'Africa e dopo aver
dato il suo contributo ad alcuni progetti missionari in Camerun, era approdato in
Malawi. Nel febbraio di quest’anno Giacomo Marcialli, era giunto alla missione di
Namandanje per aiutare padre Eugenio Salmaso e proprio lì ha contratto la malaria
che gli ha stroncato la vita. Lunedì scorso, dopo una notte di veglia e di preghiera
che la comunità cristiana della missione di Namandanje aveva voluto offrirgli per
accompagnarlo nel suo lungo viaggio, è giunto alla chiesa del Saint Paul Seminary
di Mangochi. Mons. Alessandro Pagani, vescovo di Mangochi, ha presieduto la liturgia,
assieme a tutti i sacerdoti della diocesi. Nella sua omelia il vescovo ha ringraziato
più volte i fedeli per l’accoglienza riservata a Giacomo Marcialli. “Non è un vostro
figlio, l'avete appena conosciuto, parlava poco la vostra lingua...perché siete venuti
al suo funerale? Questa è la forza della fede, questo è essere cristiani” ha detto
mons. Pagani. "Giacomo Marcialli è stato sepolto nel cimitero che accoglie mons. Luciano
Nervi, vescovo di Mangochi, padre Michele Gotti e i sacerdoti della diocesi di Mangochi.
(R.P.)