Il turismo apre percorsi di incontro nella diversità. Messaggio del Pontificio Consiglio
per i Migranti per la 30.ma Giornata mondiale del turismo
Il turismo offre occasioni di incontro e di conoscenza e non può prescindere dall’etica
della responsabilità e dal rispetto della diversità, anche “per allontanare pericoli
di uniformità o incomprensioni”. “Contemplando la diversità, l’uomo scopre le tracce
di Dio, creatore delle distinzioni che identificano ogni creatura”. Sono alcune delle
sottolineature del Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti
e gli Itineranti, in vista della 30.ma Giornata Mondiale del Turismo che si celebrerà
il prossimo 27 settembre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La Giornata,
incentrata sul tema “Il turismo, celebrazione della diversità”, apre cammini di incontro
con l’uomo “nella sua diversità, nella sua ricchezza antropologica”. La diversità
– si legge nel messaggio – è un fatto positivo ma in questa realtà si può rinvenire
anche un paradosso: in un’epoca come la nostra segnata dalla globalizzazione “le culture
e le religioni si avvicinano sempre di più” facendo sbocciare un autentico desiderio
di pace. Ma in questo stesso scenario si verificano anche incomprensioni, pregiudizi
e “malintesi profondamente radicati che elevano barriere e alimentano divisioni”.
L’impegno è dunque quello di trasformare la discriminazione, la xenofobia e l’intolleranza
in “mutua accettazione”, percorrendo le strade del rispetto e del dialogo “costruttivo
e vincolante”. In questo sforzo - si sottolinea nel messaggio - la Chiesa ha un ruolo
importante: partendo da quella profonda convinzione di Paolo VI nell’Enciclica Ecclesiam
suam, “la Chiesa deve entrare in dialogo con il mondo”. “La Chiesa si fa parola”,
si fa messaggio.
In questa prospettiva, prosegue
il documento del dicastero pontificio, il turismo è anche un’occasione di dialogo
e di ascolto: “costituisce un invito a non chiudersi alla propria cultura, ma ad aprirsi
e a confrontarsi con modi di vivere e pensare diversi”. Non deve pertanto sorprendere
- si legge ancora - che gruppi terroristici di matrice fondamentalista indichino “il
turismo come un pericolo e un obiettivo da distruggere”. Il turismo fa scoprire anche
“il lavoro compiuto insieme, la cooperazione fra popoli, l’unità degli esseri umani
nella magnifica e conturbante diversità”. Una diversità - si sottolinea infine nel
messaggio - che si fonda nel mistero di Dio: “la Parola creatrice sta all’origine
della ricchezza della specie”. Dio è “principio di unità di tutte le diversità”, nelle
quali l’uomo “scopre le tracce del divino nelle orme dell’umano”. Per il credente,
l’insieme delle diversità “apre cammini per avvicinarsi all’infinita grandezza di
Dio”. Come possibile fenomeno di consacrazione della diversità, il turismo può essere
“cristiano”, una “strada aperta alla sua confessione contemplativa”.