2009-07-06 15:53:14

Honduras, fallito il rientro del presidente deposto


In Honduras è fallito questa notte il tentativo di rientrare in patria del presidente deposto Manuel Zelaya. I militari hanno impedito l'atterraggio del suo aereo all'aeroporto della capitale Tegucigalpa, dove almeno un manifestante è rimasto ucciso nei violenti scontri fra sostenitori dell’ex presidente e forze di sicurezza. Zelaya ha quindi raggiunto El Salvador per incontrare altri capi di Stato sudamericani e studiare il proprio rientro in Honduras. Un appello alla pacificazione è giunto dalla Conferenza episcopale honduregna, che ha chiesto a Zelaya di non rientrare in patria per evitare un ulteriore spargimento di sangue. Il servizio di Francesca Ambrogetti:RealAudioMP3

L’Honduras ha vissuto ieri le ore più drammatiche da quando, domenica scorsa, il presidente Manuel Zelaya è stato deportato dai militari e destituito dal Parlamento. Esercito e polizia hanno represso una manifestazione di migliaia di persone che nei pressi dell’aeroporto attendevano l’aereo che doveva riportarlo in patria. Il bilancio è di almeno un morto e decine di feriti. Il governo de facto ha impedito l’atterraggio; truppe e mezzi militari hanno bloccato la pista e dalla torre di controllo il pilota è stato minacciato d’intercettazione da parte di aerei militari. Zelaya era accompagnato dal presidente dell’assemblea generale dell’Onu Miguel D’Escoto. Bloccato anche l’aereo che trasportava tre presidenti per appoggiarlo: l’argentina Cristina Kirchner, l’ecuadoriano Rafael Correa ed il paraguaiano Fernando Lugo. Sabato l’Osa aveva stretto l’isolamento del governo votando, all’unanimità, la sospensione del Paese dall’organizzazione; un provvedimento che era stato preso solo nel 1962 nei confronti di Cuba. Il presidente de facto Roberto Micheletti ha detto che l’Honduras non avrebbe tollerato interferenze esterne, ma per la prima volta si è detto pronto ad aprire un dialogo con l’Osa.







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