Le tombe degli Apostoli a Roma, punto di rilancio della fede verso i confini del mondo:
una riflessione di padre Federico Lombardi
Roma, "capitale" della fede cristiana, perché bimillenaria custode delle tombe di
San Pietro e di San Paolo. Mai come in questi giorni, questo dato di fatto - così
evidente e forse per questo poco considerato dai più - è tornato a colpire l'attenzione
dei fedeli, dei pellegrini, ma anche di chi attribuisce la giusta importanza al retaggio
religioso e culturale di una civiltà. L'indagine condotta sui resti contenuti nel
sarcofago paolino ha riportato in primo piano questo aspetto, sul quale si sofferma
in questa nota il direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi:
L’annuncio
dato da Benedetto XVI dei primi risultati delle ricerche scientifiche sui resti contenuti
nel sarcofago custodito sotto l’altare della Basilica di San Paolo fuori le Mura ha
provocato comprensibile emozione nel mondo cattolico a conclusione dell’Anno Paolino.
Sembra confermata - dice il Papa - “l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti
dei resti mortali dell’Apostolo Paolo”. Analoga grande emozione avevano suscitato
a loro tempo i risultati delle approfondite ricerche archeologiche compiute sotto
la Basilica di San Pietro per volere di Pio XII, che avevano confermato senza ombra
di dubbio che esattamente sotto l’altare centrale vi era la tomba dell’Apostolo Pietro
nell’antica necropoli vaticana.
Roma è il centro
della cristianità non perché era la capitale dell’antico Impero, ma perché in essa
i principi degli Apostoli hanno subito il martirio e in essa ne sono state sempre
custodite con venerazione le tombe. Anche se nella nostra cultura moderna la venerazione
delle reliquie è meno sentita che in passato, i luoghi e i ricordi concreti della
vita e della testimonianza di chi ci ha preceduto e in particolare dei Santi conservano
un valore grandissimo per comprendere il nostro radicamento nella tradizione viva
della fede. Pietro e Paolo, la roccia e la luce dell’annuncio, questi discepoli di
Gesù “così diversi” - come dice il Papa - ma in certo senso complementari, continuano
ad attrarre i nostri sguardi e i nostri passi verso Roma “ad limina Apostolorum”.
Essi rimangono vivi fra noi per orientare e appassionare la nostra fede e rilanciarla
verso i confini del mondo.