2009-07-04 13:14:27

Il commento del teologo don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Nella 14.ma Domenica del Tempo ordinario, il brano del Vangelo proposto dalla liturgia presenta Gesù che entra di sabato nella Sinagoga per insegnare e viene additato con scandalo dalla sua gente, che non riesce a spiegarsi la sapienza delle parole pronunciate dal "falegname, figlio di Maria". E Gesù, meravigliandosi per la loro incredulità, replica:

"Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua".

Su questo brando del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:RealAudioMP3



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Con il peccato l’uomo ha subito una menomazione di tutto il suo essere ed anche delle sue facoltà superiori quali la conoscenza e la volontà. Nella situazione in cui ora egli si trova, tende a fare della restrizione nella quale è caduto la griglia interpretativa di tutto quel che vede e incontra.

 

Ciò gli impedisce di riconoscere la Verità, cioè, l’evidenza di una intelligenza (sophia) e di una potenza (dynamis) che lo trascendono, che lo superano, per riconoscere ed ammettere le quali dovrebbe lasciar cadere e spezzare il suo misero schema.

 

Invece di gioire dell’essere disarmato dalla presenza e dalla evidenza della Verità, l’uomo preferisce usare le sue povere precomprensioni contro la Verità.

 

E Gesù “si meravigliava della loro incredulità”. Una incredulità che vuole andare “contro la luce” (J.H. Newmann). Ma ciò è insensato, è fallimentare ed è assurdo.

 

Tuttavia l’azione di Gesù non viene vanificata del tutto. Alcuni, “pochi”, fanno esperienza del dono della Sua presenza. Egli è qui “per tutti”, ma solo “pochi” lo accolgono. A costoro, però, “ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1, 12).

 

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