I medici inglesi contro la proposta di manifestare il credo religioso con i loro pazienti
I medici del Regno Unito hanno votato contro la proposta che avrebbe permesso loro
di pregare per i loro pazienti, senza dover rischiare eventuali azioni disciplinari.
Il voto è avvenuto durante la conferenza della “British medical association” a Liverpool
dove, nei giorni scorsi, si è dibattuto sui temi legati alla facoltà dei medici di
parlare dei temi spirituali con i propri pazienti. Il governo - riporta l’Avvenire
- è sempre stato contrario a rendere meno rigorose le regole in questo settore: in
più occasioni ha ribadito che le cure spirituali andassero lasciate ai cappellani.
Secondo il codice del “General medical council” - l’organismo che regola l’attività
dei medici - la discussione religiosa può essere “parte della cura ai pazienti”, ma
solo se gli stessi sono consenzienti. Proprio ad inizio anno, il Ministero della sanità
aveva “consigliato” i medici di evitare il “proselitismo”. La decisione dei medici
segue la linea dura del Servizio sanitario nazionale in alcuni casi. L’anno scorso,
ad esempio, l’infermiera Caroline Petrie venne sospesa dall’ospedale "North Somerset
Nhs Trust" dopo aver chiesto a un paziente di pregare per lui. Petrie è stata poi
reintegrata “a condizione che non esprimesse più in corsia” il suo credo religioso.
(A.V.)