2009-07-04 15:22:55

Celebrate a Roma le esequie di padre Pasquale Borgomeo. La gratitudine del Papa per la sua "generosa e competente opera" alla Radio Vaticana


Con animo grato Benedetto XVI ha voluto esprimere in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, un pensiero per padre Pasquale Borgomeo, scomparso all’età di 76 anni giovedì scorso, e per 35 anni al servizio della Radio Vaticana, vent'anni dei quali nelle vesti di direttore generale. Nel giorno delle esequie, celebrate stamani nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, il Papa ha voluto ricordare la “generosa e competente opera” del religioso a servizio delle comunicazioni sociali della Santa Sede e ha voluto unirsi alla preghiera di quanti hanno preso parte ai funerali. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

La chiesa gremita di fedeli, un silenzio colmo di emozioni, un clima non triste, fatto di preghiere di gratitudine levate a Dio: tutto questo è stato lo sfondo dell’ultimo saluto che familiari, religiosi, amici e dipendenti della Radio Vaticana hanno dato a padre Pasquale Borgomeo.
 
Il suo nome resterà sempre legato all’emittente della Santa Sede: ne è stato direttore generale per 20 anni e con vivacità e professionalità l’ha guidata fino al terzo millennio, mentre la tecnologia ne ha fatto uno strumento a servizio del Vangelo sempre più presente nei cinque continenti. La sua storia l’ha ricordata così padre Federico Lombardi, direttore generale della Radio Vaticana e successore di padre Borgomeo, che ha concelebrato i funerali insieme al cardinale gesuita, Roberto Tucci:

“Padre Pasquale approda nel 1970 alla Radio Vaticana, dove la sua capacità comunicativa, la sua cultura, la conoscenza delle lingue, lo spirito di iniziativa troveranno ampio campo di azione, di servizio apostolico per ben 35 anni, prima nella redazione centrale, poi nella direzione dei programmi, in collaborazione con l’oggi cardinale Tucci, per succedergli infine nella direzione generale dell’emittente. Certamente la sua personalità era ricca di cordialità e di fascino”.
 
Un giornalista apprezzato, cordiale e aperto alle amicizie padre Borgomeo, che “ha dedicato non poco impegno”, ha proseguito padre Lombardi, “nel mondo internazionale delle comunicazioni sociali” perché anche la Chiesa vi avesse parte:

“Lo spirito religioso è rimasto vigile in lui per tutta la vita. L’entusiasmo, con cui si impegnava perché la Radio svolgesse al meglio il nuovo servizio della copertura informativa dei viaggi del Papa, era vivo e sincero”.

E commosso il ricordo del cardinale Tucci, che per anni ha lavorato al fianco del confratello scomparso:

“Io gli devo una gratitudine tutta particolare: era un amico franco e cordiale. E’ stato un servo fedele della Chiesa, mai servile, perché sempre molto franco, molto onesto; un intellettuale creativo, ma anche un uomo di azione, generoso e esigente”.
 
Il volto non a tutti noto di padre Pasquale Borgomeo, quello che solo la famiglia ha potuto conoscere, lo ha rivelato il fratello Carlo descrivendone anche l’eredità spirituale:

“Pasquale ci lascia anche un’importante eredità di valori. Innanzitutto, il valore della coerenza, espressione di una dimensione etica non formale e di una fede profonda. Questo valore lo portava a prendere le distanze, anche duramente, da qualsiasi forma di opportunismo, di doppiezza e di meschino accomodamento; espressione di una grande libertà di coscienza, capace di intelligenti mediazioni ma ostile ai compromessi: la libertà dei figli di Dio. Ci lascia una indomabile ambizione, l’ambizione di poter incidere sulle grandi questioni, di potersi rendere utile per le grandi cause”.
 
Padre Borgomeo aveva scelto Sant’Agostino come guida. Al vescovo di Ippona ha dedicato ampi studi, la sua tesi di laurea in lettere a Napoli e quella dottorale a Parigi. E, tra le sue ultime carte, ancora il grande dottore della Chiesa, ha rivelato padre Lombardi. Scorrendo alcuni suoi appunti si leggono riflessioni sull’interiorità, dove l’uomo può scoprire la verità del Verbo di Dio e il valore della comunicazione della parola. Insomma, un’esortazione all’uomo a rientrare in se stesso per potersi aprire agli altri. Proprio come lui ha fatto.







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