Kazakhstan, appello ai leader religiosi mondiali per il dialogo interreligioso
“Favorire il ritorno della spiritualità come presupposto per uno sviluppo armonioso
del mondo”. È l’appello lanciato il primo luglio scorso ai leader religiosi di tutto
il mondo in apertura del III Congresso delle religioni mondiali e tradizionali di
Astana, dal presidente del Kazakhstan Nazarbayev e ripreso dall’agenzia Sir. Durante
il congresso, che ha riunito 77 delegazioni di 35 Paesi, rappresentanti l'Islam, il
Cristianesimo, l’Ebraismo e le più antiche religioni orientali come Buddismo, Induismo,
Taoismo, Scintoismo e Zoroastrismo, il presidente ha spiegato: “I leader spirituali
sono da sempre i detentori di valori morali fondamentali, proprio per questo riponiamo
in loro una speranza speciale". Nazarbayev, promotore del convegno, ha poi parlato
della crisi attuale come strumento per dare al mondo la possibilità di cambiare e
migliorare attraverso il dialogo e posizioni reciprocamente accettabili. Al termine
dell’incontro è stato quindi sottoscritto dai partecipanti un documento con misure
che il Kazakistan prevede di mettere in atto nel 2010 quando presiederà l'Osce e l'Organizzazione
della Conferenza Islamica. Il Kazakistan, infatti, può considerarsi un simbolo della
convivenza tra le religioni. Il Paese ospita circa 3.200 tra moschee, chiese e case
di preghiera e al suo interno convivono pacificamente più di 40 confessioni e 130
tra nazionalità e gruppi etnici. A rappresentare la Chiesa cattolica è il card. Jean-Louis
Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. (L.G.)