2009-07-03 16:20:45

I Padri Teatini al Capitolo generale: “Crescere in santità e testimonianza”


Il Capitolo generale dei Chierici Regolari Teatini si è celebrato per la prima volta nella storia fuori da Roma, nel Monastero di Santa Maria a Iranzu (Navarra, Spagna), dal 15 al 26 giugno. Il Capitolo, come rende noto l’agenzia Zenit, ha riunito religiosi provenienti da Argentina, Brasile, Colombia, Stati Uniti, Spagna, Italia e Messico. L'arcivescovo della località argentina di Bahía Blanca, monsignor Guillermo José Garlatti, ha partecipato ai lavori capitolari invitato come esperto speciale, mentre P. Valentín Arteaga, noto scrittore e poeta, nato a Campo de Criptana (Ciudad Real, Spagna), è stato eletto Superiore generale per la seconda volta consecutiva. Le sessioni si sono aperte con due giorni di ritiro spirituale a cui sono intervenuti l'arcivescovo di Pamplona-Tudela, monsignor Francisco Pérez González, e il laico José Pacheco Vera, della Diocesi di Getafe. Il Capitolo generale Teatino “Iranzu 2009” ha quindi reso pubblico un messaggio datato 26 giugno che vuole far giungere alla Chiesa e al mondo. Nel messaggio, i partecipanti ricordano “quando il 14 settembre 1524 San Gaetano da Thiene e i suoi compagni professarono i voti fondamentali della vita religiosa”. “Volevano unirsi in famiglia, vivendo in case, non volevano che si chiamassero conventi o monasteri ma 'case”, spiega il testo. Erano una “‘piccola compagnia’ che, con umiltà, si metteva al servizio della Chiesa, disposta a 'riformarsi per riformare'”. “Per questo, crediamo che solo se rimarremo fedeli alla radicalità evangelica degli inizi potremo guardare al futuro con speranza”, sottolineano i firmatari, che esprimono anche il proprio desiderio di “rendere vita la vicinanza che Cristo ha espresso nella sinagoga di Nazareth: ‘Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi' (Lc 4,18)”. Si propongono dunque di “crescere in santità e testimonianza” come richiede la consacrazione sacerdotale e religiosa, concludendo con l'esprimere una speranza: “Vorremmo essere riconosciuti per ciò che siamo e viviamo: 'veri sacerdoti del Vangelo, celebranti partecipi dei misteri che celebriamo, dando importanza alla Parola e alla liturgia'”. (L.G.)







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