2009-07-01 15:44:47

In Iran, dopo Mousavi anche il leader riformista Karrubi conferma di voler proseguire la "battaglia" contro la rielezione di Ahmadinejad


L’opposizione iraniana continua a non riconoscere la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad. A parlare oggi, attraverso il sito Internet del suo partito, è stato il riformista Mehdi Karroubi, che ha così commentato l’esito del riconteggio del 10% dei voti da parte dei Consiglio dei Guardiani. La piazza, intanto, continua ad essere in tensione. Il quotidiano Jerusalem Post riferisce che sei sostenitori dell’opposizione sono stati impiccati lunedì scorso. La polizia riferisce, poi, il bilancio delle vittime delle manifestazioni: sarebbero 20 i morti e oltre mille gli arrestati. Intanto, sei persone sono state impiccate oggi a Teheran dopo essere state riconosciute colpevoli di omicidio, secondo quanto riferisce l'agenzia Isna. Alcuni dei giustiziati erano stati condannati per avere ucciso il consorte. Su invito del presidente Gheddafi, Ahmadinejad sarebbe dovuto essere oggi a Sirte, in Libia, per il vertice dell’Unione Africana, ma il capo dello Stato ha annullato l’impegno. Sui motivi di questa decisione, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Ahmad Rafat, giornalista iraniano, direttore del sito “Iran News”:RealAudioMP3

R. - Anzitutto, bisogna vedere se la rinuncia viene da parte iraniana, oppure per i malcontenti che serpeggiavano intorno al vertice da parte degli altri partecipanti: perché in questo momento incontrare Ahmadinejad potrebbe essere giudicato da alcuni imbarazzante per via delle ombre che ci sono sulla legittimità delle elezioni e sulla forte repressione in atto nel Paese. Pertanto, credo che sia una rinuncia concordata con la stessa Libia per evitare un malcontento generale di altri Paesi africani.

 
D. - Sicuramente, dopo questa fase, l’Iran non sarà più lo stesso. Come immagina il Paese nel prossimo futuro?

 
R. - Le soluzioni possono essere due: una forte repressione, una totale chiusura, nel caso che riesca a vincere l’Ayatollah Khamenei. Oppure, una vittoria di Rasfanjani. Ma la pagina è tutta da scrivere perché questa nuova leadership, avendo vinto con l’appoggio della piazza, dovrebbe anche tener conto delle richieste che vengono dalle strade di Teheran.

 
D. - Quando e come potrà ricominciare un dialogo proficuo con la comunità internazionale, secondo lei?

 
R. - Io credo che, se si fa un’eccezione per la politica nucleare, le posizioni all’interno della leadership iraniana siano più o meno uguali. Per il resto, nel caso di sconfitta di Khamenei, si apriranno diverse finestre di opportunità per ricominciare una collaborazione, come è successo 12 anni fa, quando Khatami ha vinto le elezioni.

 
D. - Repubblica islamica e democrazia, secondo te, sono due concetti conciliabili oggi in Iran?

 
R. - Molti accusano Khamenei di voler fare a meno del concetto di “repubblica” e di voler trasformare l’attuale Repubblica islamica in un governo islamico: cioè privarlo del concetto di “repubblica” e, quindi, della sovranità popolare.

 
Iraq, oltre 25 morti e 60 feriti nell’attentato di Kirkuk
Gli iracheni, da 24 ore in festa per il giorno della “Sovranità nazionale”, hanno subito nel pomeriggio di ieri un nuovo attentato dinamitardo nella città di Kirkuk, a nord del Paese. Oltre 25 morti e più di 60 feriti nell’esplosione avvenuta nel mercato di Shorija, affollato quartiere dell’importante centro petrolifero. Il presidente americano, Barak Obama, nel giorno del ritiro completo delle truppe Usa dalle città dell’Iraq, ha sottolineato che “adesso i leader iracheni devono fare scelte difficili sul fronte politico e della sicurezza”. Obama, pur mettendo in conto una nuova ondata di attacchi, ha detto di essere sicuro che gli insorti “falliranno il loro obiettivò'.

Gli Stati Uniti chiedono all’Europa più uomini e fondi in Afghanistan
Gli Stati Uniti vorrebbero vedere più fondi e più uomini delle forze europee nel processo di stabilizzazione dell’Afghanistan. A dichiararlo il rappresentante americano presso la Nato, Ivo Daalder, durante una conferenza stampa sulle relazioni transatlantiche a Berlino. L’impegno, sottolinea Daalder, dovrebbe essere manifestato anche dopo le elezioni di agosto. Oggi, il giornale on line Peace Reporter scrive di un grave incidente avvenuto lo scorso 27 giugno in un campo profughi di Lashkargah, a ovest di Kandahar: una bambina di cinque anni è stata colpita da uno scatolone di 20 chili pieno di volantini della Nato lanciati da un aereo. Il contenitore difettoso non si è aperto come invece avrebbe dovuto fare, disperdendo e rendendo innocuo il proprio contenuto. La piccola è ricoverata in un ospedale di Emergency con “una grave frattura pelvica", precisa Peace Reporter.

Pakistan, morte quattro persone in un attentato contro soldati Nato
Era un attentato previsto per colpire alcuni camion della Nato in transito nella provincia pakistana del Beluchistan, al confine con l’Iran e l’Afghanistan. Invece, l’ordigno esploso nei pressi di un hotel ha ucciso 4 civili e ferito altre cinque persone. Di recente, le forze statunitensi, in collaborazione con la polizia pakistana, hanno ripreso le missioni di ricognizione delle zone tribali del Pakistan. L’attività di controllo anticipa la prossima offensiva su larga scala delle forze di Islamabad contro i talebani di Baitullah Mehsud, nel Waziristan del sud.

Annullata la partecipazione di Berlusconi e Ahmadinejad, il vertice UA
Annullate le visite del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, impegnato in Italia per la tragedia ferroviaria di Viareggio, e del presidente iraniano, Ahmadinejad, il summit dell'Unione Africana (Ua) di Sirte torna ad essere un vertice tutto africano. “Investire nell'agricoltura per la crescita economica e la sicurezza alimentare", questo il tema ufficiale dell'incontro nella Ouagadougou hall di Sirte, che terrà impegnati per tre giorni i capi di Stato africani. Sul tavolo, il confronto su varie problematiche del continente: pirateria, guerra civile nello Zimbabwe, il protrarsi dello spargimento di sangue nella regione del Darfur. Secondo fonti locali, il presidente dello Zimbabwe, Robeert Mugabe, sarà a Sirte a partire da oggi, mentre è da ieri nella cittadina costiera della Libia, il presidente sudanese, Omar al-Bashir, alla ricerca di consensi da parte dei colleghi africani nel rigettare quelle che ritiene essere interferenze della Corte penale internazionale nei suoi confronti. Da ieri, sono in Libia anche i leader di Algeria, Sud Africa, Mali, Senegal, Isole Comore, Sao Tome e Principe, Mozambico, oltre al ministro degli Esteri egiziano e al segretario generale della Lega araba, Amr Mussa.

Violazione dei diritti umani nel Delta del Niger. Accuse di Amnesty International
“È in atto una tragedia dei diritti umani per le popolazioni sul Delta del Niger causata dalle compagnie petrolifere”. È la denuncia che emerge dal nuovo Rapporto “Petrolio, inquinamento e povertà nel Delta del Niger”, presentato oggi da Amnesty International. Nella regione dove si estrae il 90% del petrolio della Nigeria, accusa il rapporto, le fuoriuscite di greggio, le discariche di rifiuti e gli altri impatti ambientali delle compagnie petrolifere si ripercuotono sulla salute della gente. Le compagnie petrolifere maggiormente coinvolte sono la anglo-olandese Shell e l’azienda italiana Eni che provvederà presto a discutere in dettaglio i dati del report. Anche il gruppo Shell condivide la preoccupazione di Amnesty International ma aggiunge: “Le cause fondamentali della crisi umanitaria nel Delta del Niger sono povertà, corruzione, criminalità, arruolamento in milizie e violenza”.

Nuovi attacchi nel Caucaso del nord
Nuovi attentati minano la precaria stabilità del Caucaso del nord. Daghestan e Inguscezia sono state teatro ieri di attacchi alle forze dell’ordine. Intanto, Amnesty International denuncia la violazione dei diritti umani in Cecenia e in altre Repubbliche caucasiche. Il servizio di Mariella Pugliesi:RealAudioMP3

Due morti e 14 feriti in due differenti episodi nel Daghestan. Un primo attacco è stato ad opera di uomini armati che hanno aperto il fuoco contro la stazione di polizia di Derbent. Il secondo è stato causato, invece, dall’esplosione di un’auto. Sempre nella notte, nella Repubblica russa dell’Inguscezia i ribelli hanno aperto il fuoco contro l'abitazione del capo della polizia distrettuale del dipartimento di Nazran senza causare alcun ferito. Le stesse Repubbliche caucasiche del Nord e la Cecenia sono state oggi l’oggetto del nuovo rapporto di Amnesty International che ha denunciato la “grossolana” violazione dei diritti umani nella regione. In una zona in cui la popolazione civile vive ancora nel mancato rispetto della legge si genera ulteriore timore e insicurezza, sottolinea il rapporto. Sotto accusa anche le operazioni antiterrorismo condotte dalle forze dell'ordine che spesso ignorano le leggi internazionali relative ai diritti umani. Amnesty si lamenta inoltre delle restrizioni sull’ingresso delle Organizzazioni Non Governative nella regione, in particolare in Cecenia.

 
Inizia oggi il semestre svedese di presidenza dell’Unione Europea
Da oggi, la Svezia assume la presidenza di turno semestrale dell'Unione Europea subentrando alla Repubblica ceca. Lotta alla crisi economico-finanziaria, rilancio dell'occupazione e contrasto ai cambiamenti climatici sono le priorità che, come indicato alla vigilia da Stoccolma, il Paese scandinavo intende seguire nel pilotare la politica comunitaria sino a fine dicembre. L'attenzione si appunta però anche sulla crisi politica che l'Europa attraversa, sospesa com'è alle sorti del Trattato di Lisbona non ancora approvato da tutti i suoi Stati membri. Molte le incertezze dell'Unione che la Svezia dovrà affrontare: il nuovo parlamento appena eletto, la Commissione che scade ad ottobre e la nomina del suo presidente ancora in bilico, oltre al secondo referendum irlandese sul Trattato di Lisbona previsto pure per l'autunno. Nei piani degli svedesi c'è poi il rilancio dell'allargamento della Ue, con lo sblocco il negoziato della Croazia (ora fermo per un veto sloveno) e mandando avanti quello della Turchia.

Corea del Nord
Il flusso di aiuti alimentari alla Corea del Nord si sta esaurendo dopo il secondo test nucleare effettuato da Pyongyang il 25 maggio. Lo ha affermato in una conferenza stampa a Pechino Torben Due, il responsabile per la Corea del Nord del Programma alimentare mondiale (Pam) dell'Onu. Questo avviene, ha aggiunto Due, in un momento nel quale gli aiuti sarebbero “fortemente necessarì'. “È una questione molto delicata - ha detto - fino ad un certo punto capisco che i Paesi donatori si pongano delle domande. Ma il mio punto di vista è puramente umanitario, noi dobbiamo guardare alle necessità della popolazione. Il Pam non si occupa dell'aspetto politico del problema". Due, che vive a Pyongyang, ha precisato che una richiesta di aiuti per 500 milioni di dollari di aiuti è stata soddisfatta solo al 15 per cento, costringendo il Pam a ridurre a due milioni le persone assistite, dalle 6,2 milioni previste in un primo momento. Il rappresentante del Pam ha ricordato che la Corea del Sud ha ridotto drasticamente gli aiuti che forniva al Paese confinante dopo la carestia degli anni Novanta, che ha causato la morte per denutrizione di almeno un milione di persone. “È importante - ha proseguito Due - ricordare che abbiamo una situazione nella quale una vasta parte della popolazione è stata denutrita per 15 o 20 anni”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Mariella Pugliesi)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 182

 
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