La chiusura della Porta Paolina nella Basilica ostiense, al termine delle celebrazioni
presiedute dal cardinale Cordero Lanza di Montezemolo
Un un’unica grande celebrazione in onore e nel nome di San Paolo: potrebbe definirsi
così la serie di cerimonie liturgiche ed ecumeniche che ieri si sono svolte in molte
città del mondo a conclusione dell’Anno Paolino. L’evento principale si è svolto nella
Basilica di San Paolo Fuori le Mura, dove l’arciprete, il cardinale Andrea Cordero
Lanza di Montezemolo, ha presieduto i Secondi Vespri e la Messa solenne, seguiti dalla
chiusura della “Porta Paolina”. Molto intense anche le altre celebrazioni presiedute
dai cardinali inviati da Benedetto XVI sui luoghi dell’Apostolo delle Genti, dalla
Turchia alla Grecia, dalla Siria al Libano a Malta. La cronaca della liturgia nella
Basilica ostiense è di Graziano Motta:
Presiedendo
ieri sera i Secondi Vespri e la Messa vespertina della solennità dei Santi Pietro
e Paolo, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica
di San Paolo fuori le Mura, vi ha portato a compimento, su incarico di Benedetto XVI,
la giornata conclusiva dell’Anno Paolino, da lui avviata 24 ore prima con la celebrazione
dei Primi Vespri. Momento culminante è stata la chiusura della Porta Paolina. Il Santo
Padre l’aveva aperta il 28 giugno dell’anno scorso - avendo accanto il Patriarca ortodosso
ecumenico, Bartolomeo I - e l’ha riattraversata ancora ieri l’altro (e ne ha ammirato
le formelle in bronzo collocate pochi giorni prima). Da essa, sono passati centinaia
di migliaia di pellegrini di tutto il mondo. Una chiusura tuttavia simbolica perché
non essendo Porta Santa - e l’Anno Paolino non è stato un Anno Santo, ma "tematico"
- questa mattina è stata di nuovo aperta e lo resterà per accogliere quanti in memoria
della storica celebrazione del secondo millennio della nascita dell’Apostolo verranno
a venerarne il Sepolcro.
“Termina l’Anno Paolino”,
ha detto nell’omelia il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, “non terminano
certo i benefici che ha generato, la ricchezza di fede, amore e speranza che ha suscitato
o ravvivato in noi. E continuerà l’approfondimento delle ragioni fondamentali dell’Anno
Paolino, indicate dal Santo Padre ed alimentate dal magistero delle sue catechesi:
conoscere ancor di più e meglio San Paolo, tenere vivo l’impegno ecumenico, per la
più sollecita ricomposizione dell’unità dei cristiani”. Come segno di questo fervore,
ha aggiunto il cardinale, continuerà ad ardere nel Quadriportico della Basilica la
Fiamma Paolina accesa dal Papa e contornata dalle fiammelle devozionali alimentate
dai fedeli. E’ poi prevedibile una ulteriore crescita dei pellegrinaggi alla tomba
di San Paolo, verso la quale si è accentrato l’interesse della cristianità, evidenziato
dai mass media, in seguito all’annuncio di ieri l’altro del Santo Padre dei risultati
dell’indagine scientifica compiuta all’interno del sarcofago: indagini che hanno confermato
“l’unanime incontrastata tradizione” di custodire i resti mortali dell’Apostolo.
A
questa indagine ha accennato il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo nell’omelia
per passare ad illustrare la storia della Basilica e del suo altare eretto sopra il
Sarcofago, (nel 2006 era stato riportato a visibilità) e infine per soffermarsi sulle
testimonianze della rivelazione di Gesù a Paolo, date da Anania a Damasco e da San
Pietro nella sua seconda Lettera. Ha concluso poi con l’invocazione all’Apostolo e
a Maria Madre di Dio, perché i benefici dell’Anno Paolino continuino in noi e nell’ecumene
cristiano. Migliaia di fedeli hanno salutato con applausi il passaggio del cardinale
per la navata centrale della Basilica mentre, accompagnato in processione dai monaci
dell’Abbazia benedettina, si recava a chiudere la Porta Paolina e a nome del Papa
li benediceva.