In Romania si acuisce l’emergenza degli “orfani da migrazione”
Bambini affidati a parenti e vicini di casa dai genitori che si trasferiscono all’estero
in cerca di lavoro. Sono gli “orfani da migrazione” romeni. Il fenomeno, afferma al
Sir l’associazione Aibi-Amici dei bambini, si è accentuato con l’ingresso della Romania
nell’Ue: “Migliaia di nuclei familiari si sono spezzati, i genitori hanno deciso di
lasciare i loro figli in Romania, esponendoli così a una serie di rischi”. I numeri
sono impressionanti: oltre 80mila minori sotto protezione statale e 40mila ancora
in istituto. Tuttavia, considerando i minori lasciati a parenti e conoscenti, l’Unicef
ha stimato almeno 350 mila i bambini colpiti dal fenomeno. “La realtà dell’adozione
nazionale nel Paese – spiega Simona Carobone, membro del Comitato italiano di associazioni
che lavorano in Romania (Ciao) - non può soddisfare le esigenze di migliaia di bambini
in istituto”, e il programma dell’affido si basa “sul pagamento di ‘assistenti materne’,
che ricevano un assegno statale per occuparsi dei minori abbandonati”. Lo scorso 12
giugno il Comitato Onu per i diritti dell’infanzia ha fatto una raccomandazione al
governo di Bucarest, chiedendo di rivedere la legge sulla “moratoria delle adozioni
internazionali”. “Purtroppo la Romania ha chiuso la porta alle coppie straniere senza
avere la capacità di garantire una famiglia a orfani e a minori abbandonati – commenta
Carobone -. È importante fare pressione sul governo per tentare di cambiare la situazione”.
(M.G.)