2009-06-30 15:10:46

Cuba: il cardinale Ortega parla al clero e ai laici su come evangelizzare l'Isola


Sabato scorso l’arcivescovo dell’Avana, cardinale Jaime Ortega, ha presieduto nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, amministrata dai gesuiti della capitale cubana, un Consiglio diocesano allargato ai laici durante il quale si è riflettuto sul come evangelizzare oggi nell’isola caraibica. Gli interventi, numerosi e approfonditi, hanno avuto come cornice sia il documento conclusivo della Conferenza di Aparecida sia la Missione continentale in corso in tutta la regione latinoamericana, che lo stesso arcivescovo dell’Avana, aveva indicati come punti fermi dell'incontro. Il raduno ecclesiale, inoltre, è stato inquadrato nelle numerose iniziative in atto del triennio preparatorio delle celebrazioni, nel 2012, del quarto centenario della presenza a Cuba della statua della Madonna della “Caridad del Cobre”. Il cardinale Ortega ha rilevato che la Missione “non è soltanto una lavoro di evangelizzazione porta a porta poiché, il laico, ha il dovere di annunciare e testimoniate Gesù ovunque si trovi: sul posto di lavoro, nel suo quartiere o dove studia”. Alla domanda posta da un partecipante sul come oggi si deve porre il laico nel suo compito missionario, l’arcivescovo dell’Avana ha risposto: “In piedi, come Maria nel Golgota. Ciò riflette, ha osservato, il modo di essere Chiesa. Stare sempre accanto Gesù, pronti a fare la sua volontà”. Tenendo presente il momento di incertezza che si vive nel Paese” nonché “le conseguenze della crisi economica”, il cardinale Jaime Ortega ha ricordato che il cristiano in un’ora come questa è chiamato a seminare speranza, ma non una qualsiasi speranza: “Parlo specificamente - ha aggiunto il porporato - della speranza cristiana”. La presenza di un folto numero di donne e giovani ha consentito pure di riflettere in particolari sul ruolo e la missione di queste due fondamentali componenti della comunità ecclesiale cubana. Alla fine dell’incontro, al quale hanno preso parte i due vescovi ausiliari dell’arcidiocesi, mons. Alfredo Petit e mons. Juan de Dios Hernández, si è voluto sottolineare da parte di tutti che oggi, a Cuba, il cattolico è chiamato soprattutto ad una forte testimonianza di coerenza tra vita e Vangelo e, al tempo stesso, a fare dell’ascolto e del dialogo una nota distintiva dell’essere cristiana cubano. (A cura di Luis Badilla)







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