La Chiesa in Sierra Leone ricorda il suo primo vicario apostolico a 150 anni dalla
morte
Sono trascorsi 150 anni dalla morte di mons. Melchior de Marion de Brésillac, il primo
Vicario Apostolico della Chiesa della Sierra Leone. Un contributo di padre Gerardo
Caglioni, missionario saveriano esperto della storia della Chiesa in Sierra Leone,
è stato raccolto, in occasione di tale ricorrenza, dall’agenzia Fides. Il 3 novembre
1858, i primi tre missionari della Società delle Missioni Africane (Sma) partivano
da Lione per dare inizio al nuovo vicariato della Sierra Leone. Arrivarono il 12 gennaio
del 1859 i padri Louys Reymond e Jean-Baptist Bresson, con fratel Eugene Reynaud.
A distanza di pochi mesi, il 14 maggio, giunse a Freetown mons. Melchior de Marion
de Brésillac. Intanto imperversava una tremenda epidemia di febbre gialla e padre
de Brésillac, ammonito dal capitano della nave Danae a non esporsi al pericolo e al
rischio di una morte certa, esclamò; “Sono nella mia diocesi. Non condividerò le sorti
dei miei figliuoli?”. Colpito dalla febbre, il vicario apostolico morì a 46 anni,
il 25 giugno 1859. Questo sacrificio, continua nel racconto padre Caglioni, ha dato
avvio alla moderna Chiesa della Sierra Leone che oggi è organizzata attorno a tre
diocesi. Il clero locale è in costante crescita e la gerarchia è quasi completamente
africana. Il laicato, invece, è sempre più consapevole delle proprie responsabilità
e non manca di far sentire la propria voce in diversi aspetti della vita cristiana.
Solenni celebrazioni in occasione del 150.mo anniversario si sono tenute nella capitale
del Paese africano. Personalità della Chiesa locale e della società civile e politica
si sono unite nella commemorazione, nel cimitero dove fu sepolto mons. Marion Brésillac.
(M.P.)