Il cardinale Caffarra a Bologna conclude l’Anno Paolino: “La vita cristiana è una
vita vissuta con Gesù”
Nel concludere l’Anno Paolino nella Cattedrale di San Pietro a Bologna, il cardinale
Carlo Caffarra, arcivescovo della città, ha spiegato il significato della storia dei
santi Pietro e Paolo e incoraggiato a pregare per i sacerdoti. Lo riferisce l'agenzia
Zenit. Il porporato ha ricordato la storia di San Paolo, che era vissuto nelle tenebre
fin quando non conobbe la fede e divenne “l’apostolo delle genti” nell’opera di conversione
dei pagani. Ha poi precisato che prima dell’incontro con Gesù, Paolo non viveva da
dissoluto. Al contrario, superava “nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei
e connazionali, accanito come era nel sostenere le tradizioni dei padri”. L’apostolo
capì che la sua vita non era più sotto una legge sia pure religiosa, ma che la sua
vita era semplicemente il rapporto con Gesù. Al punto tale che potrà scrivere ai cristiani
della Galazia: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” [2,20]. Diversa la
condizione di Pietro che veniva da un’esperienza terribile, perchè aveva tradito il
Signore. Secondo il cardinale, “egli poteva pensare che tutto il progetto di Gesù
su di lui era stato abbandonato: non meritava più fiducia”. Ma cosa chiede il Signore
a Pietro? “Semplicemente se lo ama. Viene cioè interrogato sulla qualità del suo rapporto
personale con Cristo. Non viene chiesto altro, perché questo è semplicemente tutto.
Anzi più profondamente: Pietro ritrova pienamente se stesso nella certezza che Gesù
sa, conosce il suo amore”. Per il cardinale Caffarra, alla luce di questa pagine si
può comprendere “il ministero conferito a Pietro e nella sua persona ad ogni suo successore,
fino a Benedetto XVI”. “È un servizio che nasce dall’amore per Cristo – ha sottolineato
–, e quindi è un servizio di amore. Pietro ed ogni suo successore avrà solo la libertà
dell’amore: andare solo là dove Cristo lo porta, fino a morire come è morto Cristo”.
L’Arcivescovo di Bologna ha concluso invitando alla riflessione sui due grandi apostoli
per capire e vivere meglio la vita cristiana. In primo luogo, ha incoraggiato “a non
dimenticare mai che la vita cristiana non è prima di tutto un comportamento, un modo
di agire; non è prima di tutto una dottrina. È la vita vissuta con Gesù: è la sua
Persona che sta al centro”. A proposito dell’Anno sacerdotale, ha invece rivolto un
appello ai fedeli: “Pregate, cari fedeli, perché l’intercessione e l’esempio dei santi
apostoli ci rendano pastori delle vostre anime secondo il cuore di Cristo”. (V.V.)