2009-06-29 15:25:09

Convegno Cei sulla famiglia: investire nei percorsi di preparazione al matrimonio


“La famiglia di fronte all’impegno sociale e politico”. Sarà questo il tema – ancora provvisorio – del convegno nazionale di pastorale della famiglia che si svolgerà il prossimo anno, dal 23 al 27 giugno, probabilmente nelle Marche. È quanto annuncia mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia, tracciando un bilancio del convegno 2009 sul tema “Insieme verso le nozze. La preparazione al matrimonio” che si è concluso ieri a Cotronei, in Calabria. L’edizione 2010, spiega mons. Nicolli al Sir, sarà promossa dall’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia insieme all’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro e con la collaborazione del Forum nazionale delle associazioni familiari. Sintetizzando i lavori del convegno di Cotronei, mons. Nicolli sottolinea l’importanza dei percorsi di preparazione al matrimonio: questi sono come un “seminario” che forma i futuri sposi. In Italia, aggiunge, circa il 70% dei giovani scelgono di sposarsi “in Cristo e nella Chiesa”, per questo “non possiamo permetterci di gestire i seminari con superficialità: dobbiamo investire in essi le risorse migliori”. Ricordando la presenza al convegno del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, mons. Nicolli afferma che è stata “un segno tangibile della considerazione che la Chiesa desidera avere per la pastorale familiare e specificamente per la grande impresa della preparazione al matrimonio cristiano”. Mons. Nicolli riflette anche sul “vorticoso” aumento del fenomeno della convivenza prima del matrimonio. Il direttore dell’Ufficio Cei denuncia “il fallimento o l’insufficienza della pastorale di educazione all’amore nell’età dell’adolescenza e dei primi innamoramenti. I giovani che s’incamminano verso il matrimonio hanno alle spalle non soltanto un vuoto di formazione cristiana che spesso parte dalla Cresima, ma si trovano anche impreparati ad affrontare le esigenze che una seria relazione di amore comporta per la sua stabilità e per la sua qualità”. Per mons. Nicolli, “da una parte dobbiamo accogliere con simpatia le coppie già conviventi che chiedono il matrimonio cristiano e accompagnarle, in un rapporto interpersonale significativo, per tutto il tempo possibile perché comprendano la realtà del Sacramento che chiedono e si rafforzino nell’amore. Dall’altra non possiamo, però, rassegnarci al senso di impotenza di fronte al dilagare del fenomeno”. (V.V.)







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