Confronto a Dakar sulle modalità del vero dialogo interreligioso
“Dobbiamo vigilare perché ci sia un vero dialogo interreligioso”: è quanto ha affermato
l’abate Léon Diouf al colloquio internazionale sul tema “Radicamento e apertura: impegno
per il dialogo interreligioso” che si sta svolgendo a Dakar, in Senegal. Organizzato
dalla fondazione Konrad Adenauer in collaborazione con l’Associazione Senegalese della
Cooperazione Decentralizzata, l’ambasciata d’Israele e l’università Cheikh Anta Diop,
l’incontro vuole facilitare la convivenza tra religioni differenti come il cristianesimo,
l’islam, l’ebraismo e le religioni dette tradizionali. “Dobbiamo evitare di accontentarci
delle nostre relazioni quotidiane senza andare in profondità - ha detto ancora padre
Diouf – l’idea comune che le persone hanno del dialogo interreligioso è quella di
credenti di religioni differenti che partendo dalle loro credenze decidono di collaborare,
di riconoscersi rispettando l’altro”. Per l’abate Diouf “il dialogo interreligioso
impegna la personalità religiosa, è una collaborazione di vero partenariato … cerca
la verità, la convivialità, la giustizia”. Padre Diouf ha inoltre spiegato che le
basi religiose sulle quali poggia il dialogo sono “la fedeltà alla propria fede, l’equità
riguardo la fede altrui così come essa è e non come la si vorrebbe e la progressività”.
“Il dialogo interreligioso è “una condizione umana che conduce alla felicità passando
attraverso la verità e la giustizia e il cui scopo non è altro che l’unità degli uomini”,
ha spiegato ancora l’abate. Il colloquio di questi giorni sta riunendo per la prima
volta in Senegal le comunità cristiane, musulmane ed ebraiche. Il rabbino Dov Maimon
ha ricordato che “il dialogo interreligioso non si limita ad un semplice monologo”
e che il vero dialogo interreligioso c’è quando le persone accettano di parlare di
questioni spinose”. “Dobbiamo imparare a dirci la verità – ha proseguito il rabbino
– il vero problema risiede nell’incapacità di fare autocritica. Dobbiamo cercare di
studiare la teologia dei nostri testi costituendo gruppi di lavoro che devono proporre
cosa fare per restare fedeli alla propria religione aprendosi all’altra”. Per Ramatoulaye
Diagne dell’università Cheikh Anta Diop, per promuovere un vero dialogo occorrono
atti concreti di apertura verso l’altro, “affinché il dialogo incessante che intrattengono
ogni giorno le religioni divenga una realtà vissuta”. (T.C.)