Mons. Migliore: solo la solidarietà ci farà superare la crisi economica
Abbiamo bisogno di uno spirito globale di solidarietà: è l’esortazione di mons. Celestino
Migliore, ieri alla Conferenza mondiale sulla crisi economica e finanziaria a New
York. L’osservatore permanente della Santa Sede al Palazzo di Vetro ha ribadito che
l’economia e la politica devono avere un radicamento etico. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
E’ l’egoismo
la causa ultima dell’attuale crisi economica e finanziaria: è quanto sottolineato
da mons. Celestino Migliore che, richiamando Benedetto XVI, chiede alla comunità internazionale
di stringere un patto di solidarietà per sconfiggere la povertà. Dietro all’attuale
crisi, ha osservato, c’è un’ideologia che pone i desideri individuali al centro delle
decisioni economiche. E ciò rimuovendo le considerazioni etiche dall’economia piuttosto
che integrarle per creare un sistema finanziario più giusto ed efficace. Tale visione,
è stata la sua denuncia, ha creato un’economia in cui il successo personale va a scapito
degli altri. Al tempo stesso, ha come effetto di creare un individualismo che manca
di quella responsabilità necessaria per creare una società rispettosa della dignità
di ogni persona. Per questo, ha aggiunto, nei mercati internazionali e nella sfera
politica è necessario seguire un approccio etico affinché tutti i membri della società
civile siano coinvolti. Solo se viene adottato questo approccio si può raggiungere
una vera solidarietà globale. La Santa Sede, ha detto ancora,
sente il dovere morale di affrontare le disparità economiche e sociali che minano
la dignità di così tanti esseri umani. Dal canto loro, le istituzioni ecclesiali esortano
una nuova direzione per i sistemi finanziari ed economici che risponda ai principi
di giustizia, solidarietà e sussidiarietà. Mons. Migliore ha auspicato che si concludano
presto positivamente i negoziati del “Doha Round”, affinché sia garantito uno sviluppo
sostenibile dei Paesi poveri. In particolare, ha chiesto l’eliminazione dei sussidi
agricoli nei Paesi industrializzati a beneficio delle economie dei Paesi in via di
sviluppo. Siamo consapevoli, ha aggiunto, della dimensione umana e sociale della crisi.
Per tale ragione, ha affermato, la Santa Sede sostiene misure mirate a rafforzare
la sicurezza alimentare e le iniziative sociali.