A Trieste si sono chiusi i lavori della terza ed ultima giornata del vertice dei ministri
degli Esteri del G8. Dopo il lungo confronto sulla crisi postelettorale iraniana,
concluso con la sottoscrizione di un documento che deplora le violenze ma apre al
dialogo con Teheran, gli incontri odierni sono stati completamenti dedicati alla stabilizzazione
dell’Afghanistan e al confronto con tutti soggetti della regione. Il servizio di Marco
Guerra:
Sviluppo
economico e infrastrutture, rifugiati e migrazioni, agricoltura e sicurezza alimentare.
Sono queste le tematiche delle sessioni di lavoro odierne interamente dedicate alla
stabilizzazione dell'Afghanistan nella sua dimensione regionale. Per questo motivo,
il tavolo degli otto Grandi è stato aperto a tutti i soggetti coinvolti nelle dinamiche
del Paese asiatico, a partire dai ministri degli Esteri di Kabul e Islamabad, ma anche
ai rappresentati degli Stati confinati e quelli contributori, e alle organizzazioni
internazionali che operano sul terreno. In questo contesto, i circa 45 partecipanti
hanno discusso anche del destino dei 2 milioni e mezzo di profughi, fuggiti dall'offensiva
dall’esercito pakistano contro i talebani nella Valle dello Swat, del traffico di
droga e delle prossime elezioni presidenziali in Afghanistan. “Dal G8 di Trieste
parte una nuova azione coordinata verso l'Afghanistan” ha detto il ministro degli
Esteri italiano, Frattini, sintetizzando i risultati dei lavori. Secondo il titolare
della Farnesina, ora può esserci più ''coerenza'' negli sforzi verso l’Afghanistan,
che fino a oggi ''non sempre sono stati coordinati fra di loro''. Intanto, in vista
del G8 dell’Aquila dell’8-10 luglio, l’Italia ha deciso di sospendere il Trattato
di Schengen. Da domani a mezzanotte saranno ripristinati i controlli alle frontiere
italiane.