Decennale del Centro di reinserimento per i rifugiati nordcoreani in Corea del Sud
Ha compiuto 10 anni il Centro di reinserimento per i rifugiati nordcoreani in Corea
del Sud, creato dal Comitato per la Riconciliazione del Popolo Coreano della Conferenza
Episcopale della Corea. Il 18 giugno scorso, in occasione dell’anniversario della
sua fondazione, è stato organizzato un seminario che ha riunito circa 250 persone
tra religiosi e laici. “La Chiesa di fronte a una Corea del Nord in movimento” è stato
il tema di questo incontro, reso noto dall’agenzia Zenit, tenutosi al centro governativo
di Hanawon ad Ansong (provincia di Kyonggi, Corea del Sud). Il Centro funziona sotto
il patrocinio del Ministero dell'Unificazione ed ha come compito principale quello
di aiutare i rifugiati nordcoreani ad adattarsi alla vita in Corea del Sud, iniziandoli
ai principi democratici, al sistema economico e al funzionamento della società sudcoreana.
"Grande merito va al sostegno della Chiesa cattolica che aiuta i rifugiati nordcoreani
a livello sia psicologico che materiale", ha sottolineato You Mi-Ryang, la direttrice
del centro. Dopo il rifiuto lo scorso aprile da parte della Corea del Nord dell'armistizio
del 1953, che ha posto fine alla guerra di Corea e i recenti test nucleari, sono aumentate
le preoccupazioni in Corea del Sud. “Gli eventi possono superare ciò che riusciamo
a immaginare e dobbiamo prepararci prima che sia troppo tardi. Per questo la Chiesa
deve formare sacerdoti e volontari per rispondere alle necessità dei rifugiati nordcoreani”,
ha segnalato Martin Lim Kang-taeg, decano dei ricercatori dell'Istituto Coreano per
la Riunificazione Nazionale e membro del Comitato per la Riconciliazione. Tutti gli
anni, il 25 giugno, giorno che segna la fine della guerra del 1950-53, la Chiesa della
Corea del Sud prega “per la riconciliazione e l'unità del popolo coreano”. Nel marzo
scorso, l'arcidiocesi di Seul ha accettato cinque seminaristi nordcoreani che hanno
chiesto di consacrarsi al servizio sacerdotale. Attualmente in Corea del Nord non
ci sono sacerdoti né istituzioni ecclesiastiche ma molti religiosi sperano di potervi
essere inviati in missione. Secondo il Programma Alimentare Mondiale dell'Onu, in
Corea del Nord è già in corso un dramma umanitario che la crisi politica e le sanzioni
internazionali corrono il rischio di nascondere e aggravare. Dopo vari cattivi raccolti,
almeno 8,7 milioni di persone (il 40% della popolazione) hanno bisogno di aiuti alimentari.
(M.P.)