India: concluso il Forum sui diritti umani dei Cristiani Uniti del Karnataka
Gli attacchi contro i cristiani dell’India, sono stati al centro dell’incontro, tenuto
nei giorni scorsi, dal Forum sui diritti umani dei Cristiani Uniti del Karnataka (KUCFHR).
L’evento, che si è svolto nella Cattedrale di San Marco a Bangalore su iniziativa
della diocesi locale, ha visto la partecipazione di otto vescovi cattolici del posto,
di numerosi delegati dei metodisti, degli ortodossi e della Federazione delle Chiese
cristiane, per un totale di circa 200 presenti. Inaugurando i lavori, l’arcivescovo
di Bangalore, mons. Bernard Moras, ha ricordato che “Dio ha la capacità di far nascere
il bene persino dal male. E questo Forum ne è la prova. Gli attacchi alle chiese,
ai sacerdoti, alle suore ed ai pastori che si sono verificati nel settembre del 2008
hanno portato i leader religiosi a pensare a come fermare questa violazione del nostro
diritto di professare la nostra fede”. “In questa comune sofferenza – ha aggiunto
il presule – abbiamo avvertito fortemente la necessità di istituire un forum formato
dai leader e dai membri di diverse denominazioni cristiane, così da presentare alle
autorità competenti un’immagine comune del nostro dolore”. Quindi, il presule ha aggiunto:
“Siamo preoccupati per le gravi violazioni dei nostri diritti umani, perpetrate perché
professiamo pacificamente la nostra fede. Anche se il tema centrale del Forum è scaturito
dalle violenze anticristiane, tuttavia dobbiamo guardare avanti e cercare di fare
di questo Forum una piattaforma in cui identificare quello che abbiamo in comune per
realizzarlo insieme, raggiungendo anche i meno fortunati e gli emarginati della società”.
Poi, l’arcivescovo Moras, che ricopre anche l’incarico di presidente del Consiglio
episcopale regionale del Karnataka, ha sottolineato che gli attacchi anticristiani
“hanno rafforzato la nostra fede. Nulla potrà prevalere sull’unità dei cristiani”.
Durante i lavori, i partecipanti hanno riflettuto anche sui possibili modi di proclamare
la fede, ribadendo, in ogni caso, la condanna per le conversioni forzate. (I.P.)