Il vertice di Trieste chiede la fine delle violenze in Iran
L’Iran è ancora in primo piano anche nella seconda giornata del vertice G8 dei ministri
degli Esteri in corso a Trieste. Nella dichiarazione comune dei capi delle diplomazie
delle otto economie più importanti del mondo, viene rivolto un “forte invito” alle
autorità di Teheran a cercare soluzioni pacifiche alla crisi in atto. Mano tesa poi
per riaprire il dialogo sul programma nucleare. Il servizio di Marco Guerra:
Il tema principale
in agenda dell’odierna giornata del vertice di Triste è la stabilizzazione dell’Afghanistan
e del Pakistan, ma la mattinata ha visto di nuovo un intenso confronto sulle vicende
postelettorali in Iran. In una dichiarazione congiunta i ministri degli Esteri del
G8 hanno chiesto che ''le violenze cessino immediatamente'', esprimendo grande preoccupazione
e una ferma condanna per le vittime di questi giorni, senza però entrare nel merito
del risultato del voto. Il canale diplomatico resta tuttavia aperto per la soluzione
del programma nucleare di Teheran, ma gli otto grandi assicurano che nei prossimi
mesi verificheranno se ''la mano tesa verrà raccolta oppure no''. Non meno importante
è poi l’appello lanciato a israeliani e palestinesi per il blocco degli insediamenti
in Cisgiordania e la fine delle violenze e del terrorismo, e la condanna, fortemente
voluta dal Giappone, dei test nucleari della Corea del Nord. Al momento, su tutti
questi dossier si è registrata una posizione comune, sebbene si tema più prudenza
da parte di Mosca nei confronti del documento finale che potrebbe essere adottato
oggi. Ad ogni modo, nel pomeriggio si entrerà nel vivo dei lavori della seconda giornata,
con riunioni allargate ai ministri di Afghanistan e Pakistan, dei Paesi confinanti
e di quelli contributori. A margine di questi incontri, si terrà inoltre una riunione
del Quartetto per il Medio Oriente (Usa, Ue, Russia e Onu). Iraq:
nuovo attentato a Baghdad Continuano gli attacchi kamikaze in Iraq, dopo i
quattro ordigni esplosi ieri, stamattina almeno venti persone sono rimaste uccise
e altri 45 sono i feriti in un attentato dinamitardo in un mercato del centro di Baghdad.
Lo hanno reso noto fonti dei Ministeri dell'interno e della Difesa. La bomba, piazzata
su una moto, è esplosa intorno alle 9 nell’affollatissimo mercato di Nahda, aperto
solo il venerdì, giorno di riposo per i musulmani. Tra le vittime, molti giovani.
Medio
Oriente Il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal, ha auspicato
l'avvio di dialogo "diretto e senza precondizioni" con gli Stati Uniti. La decisione
è stata presa dopo il discorso di Barak Obama al Cairo, del 4 giugno scorso, nel quale
il presidente americano aveva riconosciuto che Hamas - considerato da sempre un'organizzazione
terroristica da Washington - ha l'appoggio di gran parte dei palestinesi e per questo
può avere un ruolo nella realizzazione delle loro aspirazioni. Intanto, nell’ambito
del processo di pace inter-palestinese si registra la liberazione, da parte del presidente
dell’Anp, Abu Mazen, di 40 attivisti di Hamas reclusi in Cisgiordania. Dietro agli
sforzi di riconciliazione fra le due maggiori forze politiche palestinesi vi è in
particolare l'Egitto, che vorrebbe raggiungere un accordo entro la prima settimana
di luglio. PakistanNon si fermano le violenze in Afghanistan. Militanti
talebani hanno fatto esplodere oggi una bomba in una scuola femminile alla periferia
di Peshawar, nel villaggio di Mattni. Nessuna vittima in quanto la scuola era chiusa
per le vacanze estive, ma l'edificio è stato gravemente danneggiato. È il quarto attacco
contro una scuola in una settimana. Tutti gli attentati sono stati attribuiti a militanti
islamici talebani che vogliono imporre la sharia.
Italia: decreto
anticrisi Aumento degli assegni dei contratti di solidarietà, formazione dei
cassaintegrati, detassazione degli utili reinvestiti e riduzione del costo dell’energia
per famiglie e imprese. Sono le principali misure contenute del decreto anticrisi,
che oggi ha avuto il via libera dal Consiglio dei ministri del governo italiano. La
manovra estiva nel complesso dovrebbe assicurare una liquidità intorno ai 5-6 miliardi
di euro.
Nigeria Una serie di attentati contro le strutture dell’industria
petrolifera sono stati compiuti negli ultimi giorni in Nigeria dai ribelli del Mend,
il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger. L’ultimo è avvenuto questa mattina
contro un oleodotto della Dutch Shell, nonostante ieri il presidente nigeriano, Yar’Adua,
abbia offerto un’amnistia ai ribelli che deporranno le armi. Roberta Rizzo
ha chiesto a Raffaello Zordan, esperto di Africa per la rivista dei Comboniani
"Nigrizia", quali siano gli obiettivi del Mend:
R. - Questo
movimento ha come obiettivo principale quello di richiamare l’attenzione dell’opinione
pubblica africana, ma soprattutto internazionale, sul fatto che la Nigeria essendo
un Paese piuttosto ricco di petrolio ha dato in concessione a molte imprese internazionali
- la Shell è una di queste - la possibilità di prelevare petrolio. Tutto ciò avviene
senza che ci sia una ricaduta positiva sulle popolazioni, che vedono i loro territori
devastati dai campi petroliferi, con danni ambientali, inquinamento, eccetera, senza
che ci sia né un recupero ambientale né una ricaduta positiva in termini di ridistribuzione
dei redditi petroliferi. Sappiamo che la Nigeria è uno Stato federale: nel Delta del
Niger ci sono alcuni “staterelli” che ovviamente devono spartirsi, anche loro, i pezzettini
di questa torta. Tutto questo ha a che fare con il governo centrale, che ad oggi non
sta rispondendo positivamente alle richieste non solo del Mend ma neanche di altri
movimenti che si sono ritrovati a rivendicare le stese cose. D.
- Questa serie di attentati avviene immediatamente dopo la visita del presidente russo
al presidente nigeriano… R. - Certamente, è la seconda visita
di un presidente russo in Nigeria. Prima c’era stato Putin, tre anni fa. Però, sappiamo
che la Russia ha la necessità di riaprire una serie di canali politici e commerciali
con vari Stati africani. E’ chiaro che il Mend ha scelto di attuare questi attentati
in questo momento. D. - Il Mend chiede anche l’indipendenza
della regione del Delta del Niger? D. - Se c’è una richiesta
di questo genere tra le loro richieste non è sicuramente quella prioritaria e, comunque,
non mi pare che nello schema di come è disposta oggi la Nigeria ci sia spazio per
operazioni di questo genere. Zimbabwe Il presidente del
parlamento dello Zimbabwe, Lovemore Moyo, ha aperto i lavori della commissione incaricata
di riscrivere la Costituzione. La commissione è composta da 25 membri eletti dal parlamento
tra le file del partito del presidente, Robert Mugabe, e in quello del primo ministro,
Morgan Tsvangirai, le due formazioni che hanno formato il governo di unità nazionale.
Prosegue, intanto, la lotta alla grave crisi economica che attanaglia il Paese. Il
presidente Mugabe ha detto che potrebbe decidere di rimettere in uso la valuta locale
poiché il dollaro, introdotto per fermare l’iperinflazione, non è disponibile alla
maggioranza della popolazione. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 177 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.