Il no della Chiesa cilena alla "pillola del giorno dopo"
In Cile, giorni fa, il massimo tribunale amministrativo del Paese (Contralorìa general
de la Republica) ha confermato che tutte le istituzioni dello Stato, e dunque anche
i Comuni, devono rispettare la sentenza del potere giudiziario che vieta la distribuzione
della cosiddetta “pillola del giorno dopo”. Viene a cadere così una scorciatoia utilizzata
per evitare l’applicazione della sentenza. Il governo di Michelle Bachelet ha sostenuto
e incoraggiato fortemente questa distribuzione gratuita poiché, ha ribadito, la realtà
delle gravidanze tra le adolescenti è particolarmente grave, soprattutto tra le ragazze
più povere che registrano un tasso 20 volte superiore alle loro coetanee socialmente
agiate. Il Presidente dell’episcopato cileno, mons. Alejandro Goic, vescovo di Rancagua,
ieri ha difeso la scelta della Chiesa da sempre contraria a questa misura governativa
e a tutti gli artifici utilizzati per applicare la disposizione legale bocciata dalla
magistratura. Il presule ricorda che le ragioni della Chiesa in materia fanno riferimento
al documento governativo conosciuto come “Norme per la regolazione della fertilità
umana” che i vescovi, con l’aiuto di esperti, hanno analizzato nel loro documento
sulla “accoglienza e promozione della vita” del 2007. Mons. Goic ricorda che l’Episcopato
mette al centro di qualsiasi dibattito la considerazione “della procreazione nel contesto
del matrimonio e della famiglia così come della vita e dello sviluppo della nazione.
Al tempo stesso, aggiunge il presule, la Chiesa rivendica come necessaria l’educazione
alla responsabilità di fronte al meraviglioso dono di Dio che è la sessualità umana”.
Non è possibile “sostituire la formazione etica” delle persone, in particolare dei
giovani, “con il ricorso a mezzi tecnici” poiché è “l’educazione al rispetto dei valori
morali ciò che aiuta veramente a crescere come esseri umani”. Senza quest’educazione
e rispetto, secondo mons. Goic “non vi è neanche un contributo allo sviluppo di una
società sana e responsabile”. D’altra parte il vescovo di Rancagua ricorda che l’esistenza
di dati scientifici secondo i quali questa pillola ha un’efficacia “intercettiva”
significa che si configura come un mezzo abortivo e, quindi, a maggior ragione inaccettabile
e inammissibile per chi rispetta la vita umana. “La dignità delle persone esige che
la società protegga coloro che non sono in grado di esercitare l’autonomia come accade
nel caso dell’essere umano prima dell’impianto nell’utero materno. “Qualsiasi uso
di formule destinate a snaturare questa realtà non deve confondere”, osserva mons.
Goic, poiché ciò allontana dai veri valori quali “l’amore, la famiglia, la libertà,
la responsabilità sociale e personale”. La procreazione è un diritto umano che lo
Stato deve proteggere e rispettare e perciò è anche un suo obbligo favorire un insegnamento
capace di valorizzarla e viverla nella cornice naturale: la paternità e la maternità
responsabili. Questi scopi, osserva il Presidente dei vescovi cileni, non si raggiungono
con la pubblicità dei preservativi poiché, alla fin fine, questi mezzi favoriscono
la superficialità e la banalizzazione dei rapporti sessuali. Una vera educazione,
conclude il presule, deve ricordare in ogni istante che svicolare la sessualità dall’amore
e dal matrimonio, e soprattutto dal supremo dono della procreazione responsabile,
non solo riduce questa suprema dimensione umana a semplice fatto biologico, ma avvilisce
la persona e la sua dignità. (A cura di Luis Badilla)