Il bilancio dell’Anno Paolino in Sala Stampa vaticana: un grande successo di presenze
e di fede che ora deve continuare nelle Chiese del mondo
Diecimila pellegrini al giorno solo nelle ultime settimane. E poi, un generale “successo”
al quale molto ha contribuito con le sue catechesi e i suoi discorsi colui che il
cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo ha definito “grande Dottore della Chiesa”,
ovvero Benedetto XVI. E’ stato proprio l’arciprete della Basilica di San Paolo fuori
le Mura a tracciare stamattina, in un briefing in Sala Stampa vaticana, il bilancio
dell’Anno Paolino per il quale il Papa avvierà domenica prossima le celebrazioni conclusive,
presiedendo in San Paolo fuori le Mura i Primi Vespri nella solennità dei Santi Pietro
e Paolo. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Prima la
“freddezza” e una generale “lentezza” a concepire iniziative che celebrassero i duemila
anni dalla nascita di Saulo di Tarso, secondo gli auspici del Papa. Poi, graduale,
una crescita di interesse in tutto il mondo, fino alle folle di migliaia di pellegrini
alla volta, con la Basilica ostiense a fare da centro propulsore e catalizzatore della
riscoperta di San Paolo, specie in chiave ecumenica. E’ il “tracciato” che il cardinale
Cordero Lanza di Montezemolo ha offerto ai giornalisti sull’andamento dell’Anno Paolino,
con i quali ne ha ricordato la genesi: “Un Anno Paolino è la
prima volta nella storia che si fa. Quando l’ho proposto al Papa, io avevo quasi l’idea
di dire: 'facciamo un Anno santo'; il Papa mi ha subito corretto: 'no, un Anno santo
no, un anno tematico'. Mi ha detto subito, all’inizio, uno degli obiettivi: far conoscere
meglio San Paolo, perché è il massimo divulgatore della dottrina cattolica ma è poco
conosciuto, mal conosciuto o mal interpretato, e vorrei dire che questo l’Anno Paolino
l’ha centrato in pieno ed ha avuto un notevole successo”. La curva di interesse
in prepotente ascesa registrata dall’evento giubilare è simboleggiata da quella “Fiamma
paolina” che il 29 giugno 2008 - giorno di apertura del giubileo - vide Benedetto
XVI e il Patriarca ecumenico ortodosso, Bartolomeo I, affiancato in preghiera nel
quadriportico della Basilica. Una fiamma che da piccolo fuoco è divampata in un incendio
di fede e devozione, secondo l’arciprete di San Paolo fuori le Mura: “Numerosissimi
sono stati i gruppi di fedeli venuti con i loro vescovi da Chiese locali, molti da
quelle italiane, ma anche da ogni parte del mondo; e non solo cattolici, ma anche
ortodossi, protestanti, anglicani e cristiani di varie denominazioni, riuniti in associazioni
ed istituzioni cristiane. E’ stato difficile, anzi impossibile contarli”. Una sottolineatura sui frutti spirituali dell’Anno Paolino è stata
data anche dall’ing. Pier Carlo Visconti, il delegato per l’amministrazione della
Basilica, presente in Sala Stampa: “In Cina quest’Anno Paolino
ha determinato il raddoppio dei battesimi e nel mondo c’è stato un incremento enorme
di bambini battezzati con il nome di Paolo: è una novità”. Se Benedetto
XVI aveva proclamato l’Anno Paolino come evento di punta di una grande mole di lavoro
svolta negli anni passati e iniziata nel precedente Pontificato, è però grazie al
Papa attuale - ha riconosciuto il cardinale Cordero Lanza di Montezemolo - che si
deve in prima istanza il decollo dell’anno giubilare: “Al grande ed innegabile
successo di tutto l’Anno Paolino nel mondo ha contribuito certamente l’apporto dottrinale,
da grande 'dottore della Chiesa', di Benedetto XVI, non solo con le sue catechesi
nel corso delle Udienze Generali del mercoledì (…), ma anche con numerosi discorsi,
interventi, citazioni, riferimenti in occasione di incontri ed eventi innumerevoli,
avvenuti in circostanze diverse e con differenti connotazioni”. Preghiera
e liturgia, studio e libri, ma anche cinema, musica e teatro: sono i tanti volti dell’Anno
Paolino nel mondo. L’arciprete della Basilica ostiense ha riassunto per capitoli i
momenti centrali del giubileo paolino, tanto quelli nel mondo quento quelli avvenuti
all’interno della Basilica, nella quale, ha ricordato: “Delicati
lavori hanno permesso di aprire un varco nell’antico muro di mattoni del V secolo
che sotto l’Altare papale circonda la Tomba di Paolo, per riuscire a permettere ai
pellegrini la vista di un fianco del grande sarcofago di marmo, finora mai aperto,
che raccoglie da venti secoli le spoglie dell’Apostolo delle Genti. Ciò ha permesso
ai fedeli di poter scendere nell’ipogeo e pregare a pochi metri dalla tomba, vedendone
il sarcofago”. Alcuni dei giornalisti presenti hanno chiesto
in proposito sulla possibilità di una futura ispezione del contenuto del sarcofago.
Il cardinale Cordero Lanza di Montezemolo ha ribadito che in via teorica la possibilità
esiste, aggiungendo tuttavia che si tratterebbe di un lavoro molto lungo e delicato
e negando che sia già stata eseguita un’indagine con telecamera all’interno del monumento
funerario. Quindi, gli auspici finali su un evento che si conclude, eppure, ha ribadito
il porporato, prosegue su un altro piano: “L’Anno Paolino termina, ma i
benefici spirituali che ha suscitato in tutto il mondo e le trasformazioni che ha
prodotto devono continuare. Il grande fervore di iniziative pastorali, di catechesi,
di promozioni culturali sono destinate a continuare, e ad avere un importante seguito
sia a livello locale, sia in tutti i continenti per il beneficio nella fede di tutti
i cristiani e per continuare a procedere nel cammino irreversibile dell’unità dei
cristiani”.