I vescovi Usa: rispettare i diritti dei lavoratori
La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha pubblicato un documento in cui offre
alcune linee guida per favorire un clima di maggiore collaborazione tra datori di
lavoro, sindacati e lavoratori operanti nelle strutture sanitarie cattoliche. Il documento
di 12 pagine è intitolato “Rispettare i giusti diritti dei lavoratori: guida e opzioni
per l'assistenza sanitaria e i sindacati cattolici”. Un comunicato dei vescovi spiega
che il testo è il frutto di un ampio accordo raggiunto dopo più di due anni di consultazioni.
“Al centro di questo straordinario accordo - ha precisato alla conferenza stampa di
presentazione il card Theodore McCarrick che ha partecipato alle trattative – vi
è l’idea che spetta ai lavoratori e non ai vescovi, ai manager degli ospedali o ai
leader sindacali decidere se essi debbano essere rappresentati o meno da un determinato
sindacato. Dal momento che l’assistenza sanitaria cattolica è un servizio e non un’industria
- ha puntualizzato l’arcivescovo emerito di Washington - il modo in cui tratta i suoi
operatori e in cui essa è trattata dai lavoratori non sono semplici questioni interne,
ma dovrebbe riflettere l'insegnamento cattolico sul lavoro e sui lavoratori, sull'assistenza
sanitaria e sul bene comune”. Un concetto chiarito nell’introduzione da mons. William
Murphy, presidente del Comitato episcopale per la Giustizia Interna e lo Sviluppo
Umano, che richiama la necessità di “una rinnovata attenzione per ciò che è al cuore
del servizio sanitario cattolico: i pazienti e i lavoratori che li assistono”. Per
fare questo – sottolinea - occorre “misura e cooperazione e nuovi comportamenti” da
parte di tutte le parti interessate: lavoratori, manager vescovi e pazienti. Tra i
principi – peraltro non vincolanti – per “una giusta ed equa organizzazione” del lavoro
il documento indica il rispetto reciproco tra datori di lavoro e sindacati dei rispettivi
ruoli e la salvaguardia della salute del paziente. Il documento invita inoltre le
parti ad evitare indebite pressioni sui lavoratori, a fornire loro pari accesso alle
informazioni e a rispettare criteri di verità ed equilibrio nelle loro comunicazioni.
(L.Z.)