I vescovi del Vietnam dal Papa per la visita ad Limina: intervista col presidente
della Conferenza episcopale
Prosegue la visita ad Limina dei presuli del Vietnam. Dopo il primo gruppo di ieri,
oggi sono stati ricevuti dal Papa altri 6 vescovi: mons. Joseph Vu Văn Thiěn, vescovo
di Hai Phòng; mons. Antoine Vu Huy Chuong, vescovo di Hung Hoá; mons. Joseph Dăng
Dúc Ngân, vescovo di Lang Són et Cao Bang; mons. Francois Xavier Nguyên Van Sang,
vescovo di Thái Bình; mons. Joseph Nguyên Chi Linh, vescovo di Thanh Hóa; mons. Paul-Marie
Cao Dinh Thuyên, vescovo di Vinh. In Vietnam il ruolo sociale e educativo della Chiesa
viene apprezzato dall'intera società anche se non c'è un riconoscimento formale. Della
situazione nel Paese, padre Georges Cheung, responsabile del Servizio Documentazione
della Radio Vaticana, ha parlato con mons. Pierre Nguyên Văn Nhon, vescovo
di Đà Lat, presidente della Conferenza episcopale del Vietnam.
R. - L’Evangile
du Christ est semé sur le sol du Vietnam... Il Vangelo di Cristo è stato
seminato sul suolo del Vietnam dal 1533; dopo ci sono stati momenti difficili, ma
grazie a Dio tutto è passato. Bisogna aspettare il 1960 perché la gerarchia vietnamita
sia formata; la Conferenza episcopale del Vietnam nasce nel 1964, poi nel 1969 è arrivata
la prima delegazione della Santa Sede con il cardinale Roger Etchegaray. Ed è a partire
da questo momento che le visite della delegazione del Vaticano hanno avuto luogo regolarmente
in Vietnam. Ma con la prima visita si è già avuta una svolta storica, perché dopo,
ogni volta che ci sono state visite della delegazione, abbiamo riscontrato qualcosa
di nuovo. Per esempio, recentemente, la visita della delegazione dal 5 all’11 marzo
2007, con mons. Pietro Parolin, sottosegretario per i Rapporti della Santa Sede con
gli Stati, è stata provvidenziale, perché questa visita è avvenuta poco dopo l’incontro
storico del 25 gennaio 2007 tra il primo ministro del Vietnam e Sua Santità Benedetto
XVI, in Vaticano. Allora, in momenti come questi, si parla di un cammino positivo
nelle relazioni diplomatiche. Desideriamo ardentemente la presenza permanente della
Santa Sede: un rappresentante del Papa sarebbe per noi un segno tangibile del Santo
Padre e della Chiesa. Credo che ogni volta che vi sono visite come questa, sembra
che si tratti di piccole cose, ma dopo si vedono molti progressi. Concretamente, per
esempio, le nomine dei vescovi, adesso sono molto più libere. Qualche volta vi sono
delle difficoltà, oppure delle tensioni, ma attraverso il dialogo ci si può incontrare
e risolvere i problemi meglio di prima.
D. - Il Vietnam
è un Paese in maggioranza buddista, quali sono i rapporti della Chiesa con le altre
religioni?
R. - En général, il faut dire que l’Eglise
catholique... In generale, bisogna dire che la Chiesa cattolica ha buone
relazioni con le altre religioni e le diverse confessioni religiose. Benché le dottrine
siano differenti, ci sono valori comuni: il credere in un Essere supremo e soprattutto
la questione della morale. Si è molto vicini gli uni agli altri.
D.
- Come si prospetta l’avvenire per quanto concerne le vocazioni e il ruolo dei laici
nella Chiesa e nella società vietnamita?
R. - Chaque
séminaire a beaucoup de séminaristes... Ogni seminario ha molti seminaristi,
tra i 150 e i 250. In generale vi sono circa mille seminaristi, senza contare i propedeutici.
Sono gli studenti che hanno già scelto una vocazione, ma prima di entrare nei grandi
seminari trascorrono un periodo in parrocchia per la preparazione. Per quanto riguarda
i laici, devo dire che amano la Chiesa e rispettano la gerarchia. Hanno molte qualità
ma hanno bisogno di una migliore preparazione perché non solo vivano la fede ma possano
anche spiegare agli altri i contenuti della nostra fede. Noi contiamo molto sui giovani,
perché i giovani in Vietnam sono amati e rispettati, sono la base dell’avvenire. Soprattutto
nelle varie parrocchie e nelle varie attività i giovani occupano una posizione importante.
Per esempio, se parliamo di catechisti, sono tutti volontari, circa 50 mila. Vogliono
servire la Chiesa con tutto il cuore e rendere gli altri più felici. Ma se parliamo
di giovani positivamente, possiamo parlare allo stesso modo degli anziani. Quando
ci si domanda perché in Vietnam ci sono tante vocazioni, la sola risposta è: “grazie
alla famiglia. Perché la famiglia vietnamita è un supporto, è già un pre-seminario,
c’è tutto nella famiglia”.