2009-06-23 15:39:48

Le Caritas diocesane a convegno a Torino ribadiscono l’impegno in favore delle famiglie colpite dalla crisi e dei terremotati abruzzesi


“Non conformatevi a questo mondo”: è il tema del 33.mo convegno nazionale delle Caritas diocesane, iniziato ieri al Lingotto di Torino. Tra i punti sottolineati nella prima giornata di lavori, le iniziative di solidarietà per le famiglie colpite dalla crisi finanziaria e l’impegno in favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Sull’importanza del Convegno di Torino, Emanuela Campanile ha intervistato il vescovo di Lodi, mons. Giuseppe Merisi, presidente di Caritas italiana:RealAudioMP3

“E’ importante come sempre. Quest’anno poi in modo particolare per la rilevanza degli impegni che le Caritas diocesane e quella nazionale hanno di fronte a loro, come il terremoto in Abruzzo, l’impegno per la solidarietà, con tutto quello che la Cei ha promosso in termini di fondi di solidarietà. Quindi c’è un lavoro ordinario delle Caritas diocesane che Caritas italiana vuole supportare, animare, incoraggiare e sostenere. Poi ci sono queste emergenze, tutto quello che sta accadendo in Europa, nel mondo, con tutte le emergenze che conosciamo. Operiamo in un contesto che qualche volta all’interno dell’Europa presenta delle difficoltà, altre volte a causa dei problemi legati alla crisi… all’immigrazione. La crisi economica chiede appunto a tutte le comunità cristiane e alle Caritas in particolare attenzione e impegno”. 
Uno dei temi sottolineati al Convegno delle Caritas è l’educazione delle giovani generazioni. Sfida quanto mai urgente su cui si sofferma don Domenico Ricca, presidente della Federazione Servizi Civili e Sociali/Centro Nazionale Opere Salesiane. L’intervista è di Emanuela Campanile:RealAudioMP3

“C’è da una parte una maggiore fragilità dei ragazzi e dall’altra c’è anche un contesto di maggiore egoismo, maggiore ripiegamento su di sé. Io credo che in un’epoca del genere il problema dell’educazione rimbalzi su noi adulti. Quali sono i nostri atteggiamenti, le nostre scelte di vita, i nostri comportamenti, gli obiettivi prioritari, i nostri valori? Se noi li abbiamo riusciamo anche a trasmetterli ai ragazzi. Come li trasmettiamo? Soprattutto oggi la fragilità in questi ragazzi si manifesta anche in esempi molto semplici: l’incapacità di affrontare le cose quotidiane della vita, un insuccesso scolastico, per esempio. Accompagnarli vuol dire stargli molto più vicino, essere una figura di riferimento costante, anche se in questa epoca, per i ragazzi, si fa molto, molto di più di un tempo. Ma il contesto è più fragile e quindi loro hanno bisogno di più sicurezza”.  
“Volti e orizzonti del volontariato”: è il tema di una tavola rotonda che si terrà domani mattina al Lingotto di Torino nell’ambito del Convegno delle Caritas. Sulla realtà del volontariato in Italia, Emanuela Campanile ha intervistato Renato Frisanco, presidente del Comitato scientifico della Convol:RealAudioMP3

“Il volontariato è una fucina di partecipazione, di impegno, di responsabilità, che produce anche beni relazionali e, quindi, certamente è un patrimonio fondamentale quando si è nell’ambito di una crisi sociale che è valoriale ed economica al tempo stesso. Il volontariato, sui due versanti, può dare un contributo importante perché è fenomeno di aggregazione, di solidarietà, di partecipazione, di responsabilità. Le persone riescono a dare un contributo e a trainare anche altre persone. Le istituzioni stesse riescono a svolgere al meglio il loro compito. D’altra parte, possono dare anche un contributo fattivo intervenendo nei vari campi; pensiamo, ad esempio, al patrimonio di conoscenza che ha il volontariato che si occupa di povertà. Il volontariato è un laboratorio costante di iniziative, di ricerca, di attività, nell’affrontare questi problemi”. (Montaggi a cura di Maria Brigini)







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