L’arcivescovo D’Ambrosio: nella visita a San Giovanni Rotondo, il Papa è entrato
nel cuore della gente
Una visita intensa, all'insegna della spiritualità di Padre Pio. Per un bilancio della
giornata del Papa a San Giovanni Rotondo, la nostra inviata Debora Donnini
ha intervistato il nuovo arcivescovo di Lecce, mons. Domenico Umberto d’Ambrosio,
amministratore apostolico della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Il
presule si sofferma sui messaggi più importanti consegnati dal Papa ai fedeli della
sua diocesi:
R. - Il Papa
è andato al di là delle nostre attese, l’ho capito anche dal volto entusiasta e sorridente
della gente. Ma poi è entrato nel cuore dei problemi, è entrato nel cuore della gente.
Ecco, ci siamo sentiti soprattutto noi che siamo qui, confortati e indirizzati verso
il prosieguo di una testimonianza, di un’indicazione di un progetto di vita che scaturisce
dalla Santità. Il Papa ci ha richiamato al fatto che la Santità è alla portata di
tutti e siamo chiamati a vedere in questo modello, che è San Pio da Pietrelcina, anche
un sostegno per il cammino che ci deve vedere insieme.
D.
– Il Papa fondamentalmente ha testimoniato che Padre Pio è vivo, che il suo messaggio
è vivo e forte, importante per il mondo di oggi...
R.
– Direi che ha riletto un po’ la vita di Padre Pio facendo trasparire la proposta
di vita che Gesù fa ai suoi discepoli. E ci ha parlato sì di questo amore, che qui
ha trovato delle incarnazioni credibili, soprattutto l’amore che si fa condivisione,
che si fa solidarietà, che si inchina sulle sofferenze: ecco la grande opera di carità
di San Pio da Pietrelcina. E poi ci ha richiamato al primato della preghiera, ci ha
messo in guardia dalle tentazioni e ci ha detto che l’unico nostro sguardo in fondo
è a Cristo Gesù. Ha ricordato ai giovani di non cedere alla tentazione, ma di guardare
alla proposta che è realizzazione di un progetto di vita autentico, quale è quella
che Cristo Gesù fa ai suoi discepoli. Credo che i giovani hanno capito questo legame
forte con un Papa, che in fondo li sprona ad essere un po’ coloro che sono in fondo:
una nuova linfa di speranza per la Chiesa in questa realtà, in questo mondo per troppi
versi schiavo di tentazioni, di paure e di incertezze.
D.
– Lei nell’incontro del pomeriggio è stato abbracciato dal Papa e gli ha chiesto di
benedirla per la sua prossima missione. Lei, infatti, sta per andare come arcivescovo
a Lecce e lascerà San Giovanni Rotondo...
R. – Mi
sono sentito confortato, il Papa è stato ricco di elogi che sicuramente non merito.
Ma tutto questo, in fondo, cosa mi dice? Lui ha fatto quello che è il suo ministero:
mi ha confermato in questo servizio che non può legarsi ad un luogo, a delle persone,
ma che è servizio per il Regno di Dio. E con questo affetto, con il quale il Papa
si è avvicinato a me, mi ha trattato. Il Papa mi conforta e mi dice che posso andare
tranquillo.
D. – Che cosa le ha dato la figura di
Padre Pio, cosa le ha dato in questi anni?
R. – La
figura di Padre Pio mi ha dato molto. Io sono stato qui già 20 anni da parroco e quindi
lo avevo già conosciuto. Ma venire qui ed essere il responsabile di tutto il Santuario
e delle opere di San Pio da Pietrelcina, in fondo mi ha avvicinato a questa figura
ben più di prima. Se c’è una cosa che mi ha dato Padre Pio, a distanza di 44 anni,
l’incontro con lui, questo essere vicino a lui, è sentire la responsabilità di non
sciupare la ricchezza di questo dono e di questa eredità. In fondo se c’è una cosa
che mi ha dato di più è la Messa, che celebro certamente da un po’ di anni a questa
parte con un impegno, con una gioia, con una disponibilità, con un’offerta, che prima
non conoscevo.