2009-06-22 14:44:14

L’arcivescovo D’Ambrosio: nella visita a San Giovanni Rotondo, il Papa è entrato nel cuore della gente


Una visita intensa, all'insegna della spiritualità di Padre Pio. Per un bilancio della giornata del Papa a San Giovanni Rotondo, la nostra inviata Debora Donnini ha intervistato il nuovo arcivescovo di Lecce, mons. Domenico Umberto d’Ambrosio, amministratore apostolico della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Il presule si sofferma sui messaggi più importanti consegnati dal Papa ai fedeli della sua diocesi:RealAudioMP3

R. - Il Papa è andato al di là delle nostre attese, l’ho capito anche dal volto entusiasta e sorridente della gente. Ma poi è entrato nel cuore dei problemi, è entrato nel cuore della gente. Ecco, ci siamo sentiti soprattutto noi che siamo qui, confortati e indirizzati verso il prosieguo di una testimonianza, di un’indicazione di un progetto di vita che scaturisce dalla Santità. Il Papa ci ha richiamato al fatto che la Santità è alla portata di tutti e siamo chiamati a vedere in questo modello, che è San Pio da Pietrelcina, anche un sostegno per il cammino che ci deve vedere insieme.

 
D. – Il Papa fondamentalmente ha testimoniato che Padre Pio è vivo, che il suo messaggio è vivo e forte, importante per il mondo di oggi...

 
R. – Direi che ha riletto un po’ la vita di Padre Pio facendo trasparire la proposta di vita che Gesù fa ai suoi discepoli. E ci ha parlato sì di questo amore, che qui ha trovato delle incarnazioni credibili, soprattutto l’amore che si fa condivisione, che si fa solidarietà, che si inchina sulle sofferenze: ecco la grande opera di carità di San Pio da Pietrelcina. E poi ci ha richiamato al primato della preghiera, ci ha messo in guardia dalle tentazioni e ci ha detto che l’unico nostro sguardo in fondo è a Cristo Gesù. Ha ricordato ai giovani di non cedere alla tentazione, ma di guardare alla proposta che è realizzazione di un progetto di vita autentico, quale è quella che Cristo Gesù fa ai suoi discepoli. Credo che i giovani hanno capito questo legame forte con un Papa, che in fondo li sprona ad essere un po’ coloro che sono in fondo: una nuova linfa di speranza per la Chiesa in questa realtà, in questo mondo per troppi versi schiavo di tentazioni, di paure e di incertezze.

 
D. – Lei nell’incontro del pomeriggio è stato abbracciato dal Papa e gli ha chiesto di benedirla per la sua prossima missione. Lei, infatti, sta per andare come arcivescovo a Lecce e lascerà San Giovanni Rotondo...

 
R. – Mi sono sentito confortato, il Papa è stato ricco di elogi che sicuramente non merito. Ma tutto questo, in fondo, cosa mi dice? Lui ha fatto quello che è il suo ministero: mi ha confermato in questo servizio che non può legarsi ad un luogo, a delle persone, ma che è servizio per il Regno di Dio. E con questo affetto, con il quale il Papa si è avvicinato a me, mi ha trattato. Il Papa mi conforta e mi dice che posso andare tranquillo.

 
D. – Che cosa le ha dato la figura di Padre Pio, cosa le ha dato in questi anni?

 
R. – La figura di Padre Pio mi ha dato molto. Io sono stato qui già 20 anni da parroco e quindi lo avevo già conosciuto. Ma venire qui ed essere il responsabile di tutto il Santuario e delle opere di San Pio da Pietrelcina, in fondo mi ha avvicinato a questa figura ben più di prima. Se c’è una cosa che mi ha dato Padre Pio, a distanza di 44 anni, l’incontro con lui, questo essere vicino a lui, è sentire la responsabilità di non sciupare la ricchezza di questo dono e di questa eredità. In fondo se c’è una cosa che mi ha dato di più è la Messa, che celebro certamente da un po’ di anni a questa parte con un impegno, con una gioia, con una disponibilità, con un’offerta, che prima non conoscevo.







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