2009-06-22 14:12:43

Il Papa in visita ai malati a San Giovanni Rotondo: solo Dio può eliminare il male, grazie alla fede comprendiamo il senso della sofferenza umana


Grazie alla fede possiamo penetrare il significato della sofferenza umana: è uno dei passaggi forti del discorso che il Papa ha rivolto, ieri pomeriggio, ai malati accolti dalla Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale voluto da Padre Pio e da lui inaugurato nel 1956 a San Giovanni Rotondo. Sotto la pioggia, con gli ombrelli aperti, gli ammalati e il personale hanno accolto il Pontefice sullo spiazzo antistante l’ospedale. Come già aveva ricordato nell’omelia, Benedetto XVI ha ribadito la missione di questa struttura: quella di essere una casa di scienza e di preghiera, dove l’ammalato possa trovare anche quel sostegno di cui tanto ha bisogno. Il servizio della nostra inviata, Debora Donnini:RealAudioMP3

Il Papa ha abbracciato idealmente tutti i malati della Casa Sollievo della Sofferenza e si è scusato per non poterli salutare uno ad uno. Ha voluto però far arrivare loro una parola di conforto. Ha espresso un vivo ringraziamento per il bene che la Casa Sollievo della Sofferenza, che oggi conta quasi 1200 posti, sta facendo. Ogni volta che si entra in un luogo di cura, ha detto il Pontefice, il pensiero va al mistero della malattia e del dolore, alla speranza di guarigione, al valore inestimabile della salute. La Chiesa sempre ha considerato un privilegio stare vicino a chi soffre coltivando un’attenzione preferenziale per i malati:

"Perché soffriamo? Può ritenersi positiva l'esperienza del dolore? Chi ci può liberare dalla sofferenza e dalla morte? Interrogativi esistenziali, che restano umanamente il più delle volte senza risposta, dato che il soffrire costituisce un enigma imperscrutabile alla ragione. La sofferenza fa parte del mistero stesso della persona umana".

La sofferenza, infatti, ha detto citando l’Enciclica "Spe Salvi", deriva dalla nostra finitezza, ma anche dalla massa di colpa che oggi cresce in modo inarrestabile. Eliminare del tutto la sofferenza non è nelle nostre possibilità, perché nessuno di noi può eliminare il potere del male, ha ricordato il Papa:

"Chi può eliminare il potere del male è solo Dio. Proprio per il fatto che Gesù Cristo è venuto nel mondo per rivelarci il disegno divino della nostra salvezza, la fede ci aiuta a penetrare il senso di tutto l'umano e quindi anche del soffrire".

Questo senso è dato dalla relazione fra la Croce di Cristo e il nostro dolore che si trasforma. Padre Pio aveva intuito questa verità ed esortava gli ammalati a vivere l’amore di Dio mediante l’accettazione del proprio dolore e ammoniva anche tutto il personale ospedaliero a essere riserva d’amore che tanto più sarà abbondante in uno tanto più si comunicherà agli altri. “Essere riserve d’amore”, questo il mandato di Padre Pio ribadito da Benedetto XVI a quanti si occupano dei malati. E l’importanza dell’aiuto spirituale che viene dato a Casa Sollievo della Sofferenza è stato sottolineato concretamente da una donna, dipendente dell’ospedale e malata di cancro, che davanti al Papa ha raccontato la sua toccante esperienza di fede. Ha parlato del calvario della chemioterapia ma anche del sostegno della fede. Un pensiero particolare, ha detto Anna Daniele, questo il suo nome, va a tutti coloro che hanno cura di noi, perché imparino che più che le medicine possono l’amore e l’umanità.

E’ vero, ha concluso, una diagnosi di cancro è terribile, fa paura, ma è più terribile non essere amico di Dio, allontanarsi dal suo amore. Parole che toccano il cuore e rendono percepibile ancora oggi la presenza dell’umile frate di Pietrelcina.

 
Anche il direttore generale dell’Istituto, Domenico Crupi, ha espresso riconoscenza al Pontefice per questa visita. “Ci dia forza - ha detto - per praticare ogni giorno, la centralità della persona del malato, nella visione dell’antropologia cristiana, anteponendo questo valore ai nostri egoismi e alle nostre umane ambizioni, a fuorvianti teorie scientifiche ed economiche, onde non snaturare le finalità di questa Casa, strumento di amore e di giustizia".







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