Sri Lanka: dopo la guerra civile la tragedia degli sfollati
Sono 279.000 i civili tamil nei campi profughi dello Sri Lanka per i quali la guerra
durata 27 anni non può dirsi veramente conclusa fino a quando non potranno tornare
in pace e sicurezza nelle loro case. Gli ultimi dati diffusi da fonti ufficiali precisano
che gli sfollati, fuggiti dall’ultima battaglia nel nord del paese, finita con la
sconfitta dei ribelli secessionisti un mese fa, sono distribuiti in maggioranza in
22 campi nel distretto di Vavunyia, cui si aggiungono 10.000 persone in una dozzina
di campi nel distretto di Jaffna e 11.000 in quello di Trincomalee. Quelli che si
trovano più in difficoltà, perché rimasti fino all’ultimo nella zona dei combattimenti
con i ribelli, sono 80.000 tra uomini, donne e bambini; sono i più vulnerabili fisicamente
a causa della fame e della sete patite, e per le ferite subite sotto i bombardamenti
nell’ultima battaglia sulla spiaggia di Mullaitivu. “Due sacerdoti in un campo di
Vavuniya - dice alla Misna padre Kamal Andrady, direttore della sezione dello Sri
Lanka del Jesuit refugee service (Jrs) - hanno scelto di restare con 28 bambini che
accudivano in un orfanotrofio, e che ora sono trattenuti nella zona di massima sicurezza
nei campi, dove i soldati stanno esaminando tutti per il sospetto che possano esserci
guerriglieri infiltrati”. “È importante che questa gente rientri il prima possibile
nei loro villaggi e città nella regione di Vanni da dove è scappata. Una lunga permanenza
nei campi sarebbe deleteria” dice padre Andrady, che spera che il governo mantenga
l’impegno preso di far rientrare tutti entro l’anno. Nei campi profughi il Jesuit
Refugee Service ha organizzato cucine comuni usate da 7000 famiglie (almeno 35.000
persone) e dalle scuole, dove i bambini possano recuperare almeno in parte una sensazione
di normalità; cibo caldo e assistenza medica sono fornite anche dalla Caritas-Sri
Lanka. E un operatore sociale ha raccontato ad AsiaNewsche anche la situazione
delleInternally displaced persons(Idp)del campo profughi di
Chettikulam, a 12 chilometri da Vavuniya, è piuttosto grave. “I bambini soffrono per
la malnutrizione e la mancanza di medicinali. Ci sono giovani ragazze incinte, tra
i 17 e i 19 anni, senza cure”. “Il governo è totalmente incapace di far fronte agli
impressionanti problemi che ci sono – continua - ma nessuna notizia esce dai campi
profughi ed il resto della popolazione dello Sri Lanka è all’oscuro di quanto accade
ai rifugiati”. Inoltre “non sono stati ancora forniti dati precisi sul numero reale
dei profughi”. L’operatore sociale si appella alla comunità internazionale “ed in
particolare al governo indiano” perché dimostrino maggiore attenzione per la sorte
dei profughi. “Il governo di Colombo - dice - ha una sola preoccupazione: scovare
altri membri delle Tigri Tamil che vivono nei campi e ucciderli tutti”. (V.V.)