In Pakistan, invito alla missione per l’Anno Sacerdotale
“Siamo sacerdoti diocesani, ma il nostro compito è quello di essere missionari in
una terra a maggioranza musulmana”. Padre Khalid Rasheed è direttore diocesano della
Commissione per i giovani di Faisalabad. Interpellato da AsiaNews sull’Anno Sacerdotale
afferma che “in Pakistan i preti sono chiamati a svolgere un ruolo profetico”. In
tutto il Paese ce ne sono poco più di 260, tra diocesani e religiosi. Ad essi è affidata
la cura di circa 1 milione di cattolici, l’1% degli oltre 160 milioni di abitanti.
Padre Rasheed afferma che, per i preti che vivono in Pakistan, l’anno dedicato al
sacerdozio è la migliore continuazione dell’Anno paolino. “Tutti i sacerdoti che vivono
in Paesi a maggioranza musulmana sono chiamati a confidare nelle parole di san Paolo:
‘Nulla ci separerà dall’amore di Cristo’. Esse sono il simbolo della nostra missione.
Ed è obbedendo a questo compito seguiamo il grande insegnamento di Gesù”. Una ventina
di sacerdoti di Faisalabad hanno iniziato l’Anno Sacerdotale con una messa solenne
nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo. Padre Rufin Anthony, vicario generale della
diocesi ha realizzato un opuscolo in lingua urdu, distribuito anche tra i fedeli,
in cui vengono presentati i diversi aspetti dell’Anno Sacerdotale e la figura di Giovanni
Maria Vianney, santo protettore di tutti i parroci del mondo. Padre Paul ha richiamato
i tre punti centrali dell’invito rivolto da Benedetto XVI a tutti i sacerdoti del
mondo: coltivare un solido legame con Gesù; essere santi; spendere la vita nella preghiera.
Seguendo questo invito la diocesi ha in programma di organizzare momenti di incontro
con tutti i sacerdoti per affrontare le tematiche della vita e del compito a cui essi
stessi sono chiamati. La Chiesa di Faisalabad progetta anche di rivolgersi ai laici
per affermare il valore del sacerdozio. Lo farà attraverso la pubblicazione di libri
ed il ricordo della testimonianza offerta da preti scomparsi. Anche per i giovani
sono in programma diverse iniziative. Padre Rasheed afferma: “Abbiamo pochi seminaristi
e l’Anno del sacerdozio può essere l’occasione per affrontare questo problema e nel
contempo far conoscere ai giovani la vita sacerdotale”. (V.V.)