Benedetto XVI ricorda Alcide De Gasperi: fu un modello di fede e di coscienza morale,
sia di stimolo a coloro che guidano l'Italia
“Dirittura morale”, "fede salda" e “autonomia nelle scelte politiche”. Sono queste
le qualità auspicabili in un uomo di Stato che si professi cristiano: qualità che
incarnò appieno Alcide De Gasperi. Lo ha affermato questa mattina Benedetto XVI, che
ha ricevuto stamattina in udienza, nella Sala dei Papi in Vaticano, i membri della
Fondazione intitolata al grande statista scomparso nel 1954. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
Si spense
il 19 agosto di 55 anni fa mormorando per tre volte il nome di Gesù. Ma i valori cristiani
che ispirarono sempre la sua azione politica non furono una bandiera innalzata per
fini propagandistici, bensì un limpido orientamento interiore al quale “resterà fedele
sino alla morte, anche a costo di sacrifici personali”. E’ un ritratto ammirato e
rispettoso quello che Benedetto XVI ha tracciato di Alcide De Gasperi al cospetto,
fra gli altri, della figlia, Maria Romana, e del senatore a vita, Giulio Andreotti,
che dello statista trentino fu per anni collaboratore. Dotato di “fede salda” e di
fine “sensibilità religiosa - ha detto il Papa ricordandone alcuni passaggi biografici
- De Gasperi fu colui che “difese la libertà e la democrazia” in Italia, guidando
la ricostruzione di un Paese che si lasciava alle spalle il fascismo e le macerie
del secondo conflitto mondiale:
“Formato alla
scuola del Vangelo, De Gasperi fu capace di tradurre in atti concreti e coerenti la
fede che professava. Spiritualità e politica furono in effetti due dimensioni che
convissero nella sua persona e ne caratterizzarono l’impegno sociale e spirituale”. Le
“radici di tale solida testimonianza evangelica”, ha proseguito Benedetto XVI, sono
il frutto della sua formazione umana e spirituale, alimentata negli anni dal “largo
spazio” che il primo presidente del Consiglio della Repubblica italiana diede alla
preghiera e al rapporto con Dio, anche nei momenti “più caotici” della sua vita:
“Cari
amici, mi piacerebbe soffermarmi ancor più su questo personaggio che ha onorato la
Chiesa e l’Italia, ma mi limito a evidenziarne la riconosciuta dirittura morale, basata
su un’indiscussa fedeltà ai valori umani e cristiani, come pure la serena coscienza
morale che lo guidò nelle scelte della politica”. L’essere
un uomo di fede, ha riconosciuto il Papa, non condizionò l’idea di De Gasperi di un
agire sociale e politico che non fosse solamente un esercizio di fede e di virtù.
“Conviene creare ed alimentare - dichiarò in un suo discorso - uno strumento adatto
ai tempi (…) che abbia (…) una responsabilità autonoma, una fattura e una gestione
democratica”. Certo, ha constatato il Pontefice, “in qualche momento non mancarono
difficoltà e, forse, anche incomprensioni da parte del mondo ecclesiastico, ma De
Gasperi non conobbe tentennamenti nella sua adesione alla Chiesa”: “Docile
ed obbediente alla Chiesa, fu dunque autonomo e responsabile nelle sue scelte politiche,
senza servirsi della Chiesa per fini politici e senza mai scendere a compromessi con
la sua retta coscienza. Al tramonto dei suoi giorni potrà dire: ‘Ho fatto tutto ciò
che era in mio potere, la mia coscienza è in pace’”. Di
fronte a colui che ha definito uno “statista di fama internazionale che con la sua
azione politica ha reso servizio alla Chiesa, all’Italia e all’Europa”, Benedetto
XVI ha concluso indicando De Gasperi come modello all’attuale classe politica:
“Il
ricordo della sua esperienza di governo e della sua testimonianza cristiana siano
incoraggiamento e stimolo per coloro che oggi reggono le sorti dell’Italia e degli
altri popoli, specialmente per quanti si ispirano al Vangelo”.