Spagna: no dei vescovi alla nuova legge sull’aborto
La Conferenza episcopale spagnola ribadisce con un nuovo documento la propria ferma
contrarietà alla riforma di legge per l’interruzione volontaria di gravidanza. I vescovi
esortano i deputati cattolici a non appoggiare il disegno di legge con il loro voto.
“Tale progetto di legge – si ricorda nel comunicato dei presuli spagnoli – costituisce
un serio passo indietro rispetto all’attuale legislazione depenalizzatrice, già di
per sé ingiusta”. “Nessun cattolico coerente con la propria fede – aggiungono - potrà
approvare la riforma, né dargli il proprio voto”. Il disegno di legge, che potrebbe
essere approvato tra un mese in Parlamento, consente a tutte le donne di interrompere
volontariamente la gravidanza entro le prime 14 settimane di gestazione o, dietro
parere medico, entro le 22 settimane. Si potrà ricorrere all’aborto in caso di eventuali
rischi per la salute psicofisica della madre o di deformazione del feto. Potranno
abortire anche le donne minorenni, a partire dai 16 anni e senza il consenso dei genitori.
Il vescovo ausiliare di Madrid, mons. Juan Antonio Martínez Camino, ha illustrato
il documento sottolineando che i presuli spagnoli accusano il governo di utilizzare
la salute “come scusa per eliminare i nascituri” e negare o svalutare “l’essere umano
per giustificare la sua eliminazione”. “La gestante – si legge nel testo ripreso dall’Osservatore
Romano – può decidere sulla morte del nascituro: la violazione del diritto alla vita
è trattata come fosse un diritto”. La Chiesa ha già lanciato lo scorso mese di marzo
una campagna pubblicitaria nella quale venivano mostrate le immagini di un neonato
e di un cucciolo di lince. Nello spot si sottolinea che quest’ultimo, specie protetta
in Spagna perché in via d'estinzione, è più tutelato del neonato. (A.L.)