2009-06-19 11:13:48

Mons. Marchetto: la Chiesa non rimane in silenzio davanti alle nuove forme di schiavitù


La relazione tra migrazioni e nuove forme di schiavitù è al centro dell’intervento dell’arcivescovo Agostino Marchetto previsto oggi pomeriggio a Roma in occasione del convegno del Consiglio nazionale forense. Nel discorso, anticipato alla stampa, il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti sottolinea che il divario economico è causa di nuove forme di schiavitù. La “Chiesa – aggiunge - non è rimasta indifferente o silenziosa” di fronte a questi drammi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Le migrazioni sono per l’uomo “una maniera coraggiosa di manifestare la volontà di superare le avversità ed avere una vita migliore”. La globalizzazione e i progressi nei campi delle comunicazioni e dei trasporti – ricorda l’arcivescovo Agostino Marchetto - hanno incrementato il fenomeno dei flussi migratori. Attualmente i migranti internazionali sono oltre 200 milioni, ma non sempre le migrazioni si rivelano “un’esperienza fruttuosa”. Molti migranti si trovano intrappolati “dietro un muro di discriminazione, xenofobia e razzismo” ed altri sono vittime di abusi. Milioni di persone - almeno 12 secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) - vivono in condizioni disumane. Molti di questi migranti sono esposti a drammatiche forme di schiavitù quali lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato e perfino l’asportazione di organi. “La Chiesa - osserva l’arcivescovo - non è rimasta indifferente o silenziosa”. In vari Paesi è impegnata nella lotta contro la prostituzione e nell’assistenza alle vittime “con l’ascolto e il sostegno”. Negli Stati dilaniati da conflitti la Chiesa si occupa anche del “recupero dei bambini soldato” con attività finalizzate al loro “reinserimento socio-economico nella società”. La Chiesa combatte contro le moderne forme di schiavitù mediante le sue convinzioni, con insegnamenti e azioni, ispirata dal Vangelo e in conformità alla propria missione. Di fronte a questo costante e prezioso impegno - sottolinea il segretario del dicastero vaticano – non si deve dimenticare la causa principale dell’orrendo fenomeno delle nuove forme di schiavitù: “l’enorme divario economico esistente tra Paesi ricchi e poveri e tra ricchi e poveri all’interno di uno stesso Paese”. Tale fenomeno – spiega infine l’arcivescovo Agostino Marchetto – solleva una questione etica, “quella della ricerca di un nuovo ordine economico internazionale per una più equa distribuzione dei beni della terra”.







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