2009-06-19 15:29:56

Khamenei legittima la vittoria di Ahmadinejad. Proteste vietate


C’era grande attesa in Iran, nel venerdì di preghiera islamico, per quanto avrebbe detto l’ayatollah, Alì Khamenei. E la guida spirituale della Repubblica islamica, in un lungo discorso, ha dato il suo assenso alla riconferma elettorale del presidente Ahmadinejad, duramente contestata dai sostenitori dell’altro candidato Mir Hosni Mussavi. Intanto, la manifestazione in favore di Mussavi, prevista domani a Teheran, non è stata autorizzata. Lo ha sottolineato oggi il prefetto della capitale, Morteza Tamaddon, citato dall'agenzia Isna. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

“Il popolo iraniano ha scelto colui che voleva come presidente”. Questa la lapidaria affermazione della guida spirituale sciita, Ali Khamenei, nel giorno che si attendeva come il momento risolutivo del violento confronto postelettorale che sta infiammando il Paese e nel quale i sostenitori di Mussavi continuano ad affermare l’inattendibilità del voto che avrebbe danneggiato il proprio candidato a vantaggio del presidente uscente Ahmadinejad. L’ayatollah ha inoltre detto che tutti e quattro i candidati alla presidenza fanno parte del sistema islamico e di non aver mai preso posizione per alcuno di loro. Ali Khamenei ha poi chiamato tutti gli iraniani all’unità di fronte agli attacchi di tutti quei nemici – così li ha definiti – che approfittano delle manifestazioni che giornalmente si stanno svolgendo dal 12 giugno scorso per attaccare l’Iran. L’esclusione di qualsiasi broglio elettorale rappresenta, dunque, una sorta di investitura ufficiale per Ahmadinejad, di fronte alla quale ora i manifestanti dovranno assumersi la responsabilità degli eventuali disordini che dovessero accadere in futuro. Se ci sono dubbi sull'esito del voto, ha detto ancora l’ayatollah, la questione va risolta in base alla legge. Non accetteremo azioni che vanno contro la normativa vigente.

 
Sul discorso pronunciato dalla massima autorità iraniana, l’ayatollah Alì Khamenei, durante la tradizionale preghiera del venerdì, Salvatore Sabatino ha chiesto un commento al giornalista iraniano Bijan Zarmandili, analista politico della rivista di geopolitica "Limes":RealAudioMP3

R. – L’ayatollah Khamenei ha sottolineato la vittoria elettorale da parte di Ahmadinejad, vittoria che, lui sa benissimo, è contestata da gran parte del Paese. Quindi, attribuire la vittoria elettorale ad Ahmadinejad radicalizza questo movimento e a questo punto davvero nascono anche altri problemi, nel senso che lo scontro, il braccio di ferro, non si sa quale esito potrà avere.

 
D. – Khamenei ha anche parlato di nemici che vogliono minare la fiducia del popolo nel sistema islamico, creando dubbi sulle elezioni. A chi si riferiva?

 
R. – Si può intuire di nuovo l’America, l’Inghilterra qualche volta, Israele: quelli che tradizionalmente sono considerati nemici della Repubblica Islamica. Sapendo che davvero questa volta è qualcosa che ha un sapore autenticamente nazionale, è strumentale dire che ci sono dei nemici esterni.

 
D. – Il discorso di Khamenei era molto atteso da tutti gli osservatori. Si è schierato, dunque, di fatto, con Ahmadinejad. Quali possono essere a questo punto le reazioni internazionali?

 
R. – Io ho l’impressione che per lo meno alcuni interlocutori essenziali della Repubblica islamica, a cominciare dall’amministrazione di Obama, ancora aspettino prima di entrare nel merito della questione, in un modo più ampio, più preciso, con maggiore chiarezza, perché davvero la situazione non è chiara, e l’America, soprattutto, non vuole perdere la possibilità dell’apertura di un dialogo, perché l’apertura di un dialogo con la Repubblica islamica rientra nella strategia del presidente Obama.







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