In Iran, il Consiglio dei Guardiani della rivoluzione annuncia per la prossima settimana
una riunione con i quattro candidati sconfitti alle elezioni presidenziali. Poi dichiara
che “i nemici” dell'Iran “cercano di creare disordine” perchè sono “arrabbiati” per
la grande partecipazione del popolo alle elezioni. Intanto, Obama fa sapere che continuerà
a difendere il diritto degli iraniani di protestare pacificamente che non significa
“interferire” nel dibattito interno iraniano. Dibattito e manifestazione di cui sarà
più difficile avere informazione perché vengono allontanati i media internazionali.
Il servizio di Fausta Speranza: Gli ex candidati
alle presidenziali sono il moderato Mussavi, il riformista Karrubi e il conservatore
Rezai. Mussavi e Kharrubi saranno all’ennesimo raduno di protesta organizzato per
oggi pomeriggio sulla grande Piazza Imam Khomeini, nel sud di Teheran. Oggi è giornata
di lutto per le vittime degli scontri dei giorni scorsi. Per domani l’invito è all'Università
di Teheran per la preghiera collettiva del venerdì. Per sabato, l'Associazione del
clero combattente, che riunisce gli esponenti religiosi moderati e riformisti, ha
chiesto al Ministero dell'Interno il permesso di tenere una manifestazione sulla Piazza
Azadi con la partecipazione dell'ex presidente riformista Khatami. Proprio Khatami
ha firmato insieme con Mussavi una lettera indirizzata al capo dell'apparato giudiziario
per chiedere la scarcerazione di tutte le persone arrestate. E a proposito di arresti
va detto che nelle ultime ore è stata la volta di Ebrahim Yazdi, già ministro degli
Esteri nel primo governo dopo la rivoluzione del 1979: arrestato in ospedale, dove
era ricoverato per un check-up. Yazdi è un dirigente del Movimento per la liberazione
dell'Iran, organizzazione dissidente in teoria messa al bando ma praticamente finora
tollerata. Infine, mentre il Consiglio dei Guardiani convoca i candidati sconfitti,
il movimento che contesta i risultati delle presidenziali parla di “epopea dei cespugli”
scegliendo di darsi un nome che riprende l’espressione di Ahmadinejad quando ha detto
che solo “alcuni cespugli” erano schierati contro di lui.