Mons. Piacenza: San Giovanni Maria Vianney, sacerdote di straordinaria modernità,
capace di pagare di persona per la salvezza del mondo
Sulla Lettera del Papa ai sacerdoti e sull’Anno Sacerdotale Roberto Piermarini
ha raccolto il commento di mons. Mauro Piacenza, segretario della Congregazione
per il Clero: R. - Innanzitutto,
desidero esortare tutti i sacerdoti a leggere, con calma ed attenzione, magari nella
meditazione quotidiana,lo scritto del Papa. Esso costituisce un significativo percorso
che esorta, innanzitutto, a riscoprire la grandezza del dono ricevuto. Il Sacerdozio
è il dono più grande che un uomo possa ricevere da Dio, e da questa verità è sempre
necessario ripartire! Il Santo Padre sottolinea, nella Lettera, la totale identificazione,
in San Giovanni Maria Vianney, tra la sua persona ed il ministero affidatogli da Dio
nella Chiesa. Ritengo che questo dato possa essere identificato come la “chiave di
volta” di tutto lo scritto papale. In un contesto spesso ostile al sacerdote, o nel
quale egli è tentato di “normalizzare” la propria presenza nel mondo, per evitare
le tensioni o perché, addirittura, è egli stesso secolarizzato, in un contesto nel
quale si può essere tentati di interpretare il ministero come una “cosa da fare” piuttosto
che come “la natura del proprio essere”, l’indicazione del Papa giunge particolarmente
felice! Il vero rinnovamento interiore e spirituale dei Sacerdoti, al cui servizio
l’intero Anno Sacerdotale si pone, parte, ed ha come fine, proprio la riscoperta di
questa identificazione. Essa è un oggettivo dato sacramentale, perché è sempre I'uomo
concreto che viene ordinato sacerdote, che domanda, tuttavia, di crescere anche come
dato spirituale e, oserei dire, anche psicologico: sapere che la propria persona cresce
nell’acquisizione dell’ identità sacerdotale, è sempre fondamentale per non vivere
sterili e frustranti dualismi e, soprattutto, per fuggire la tentazione latente del
“funzionalismo”. Tale identificazione, poi, tra persona e missione, conduce il Sacerdote
ad essere disponibile e ad immolarsi, come Cristo Signore, per la salvezza delle anime,
celebrando e partecipando interiormente al sacrificio della Messa e vivendo una vera
a propria tensione particolare verso il sacramento della riconciliazione. I Sacerdoti,
come ricorda il Santo Padre, non devono mai rassegnarsi a vedere disertati i propri
confessionali. D. – A poche ore dall’inizio dell’Anno sacerdotale
- che si aprirà con la Celebrazione dei Vespri della Solennità del Sacratissimo Cuore
di Gesù, presieduta dal Santo Padre - quale clima si respira? R.
- Mi sembra un ottimo clima! Da quando il Santo Padre ha comunicato l’indizione, lo
scorso 16 marzo, dell’Anno Sacerdotale, un grande movimento ha iniziato ad esserci,
sia in Urbe, sia, soprattutto, ed è l'elemento più interessante, in tutte le Chiese
particolari. La Congregazione per il Clero, incaricata dal Santo Padre di coordinare
le iniziative, è in contatto con tutte le Diocesi e le Conferenze episcopali nazionali,
per suggerire, incoraggiare, sostenere, fornire materiale eccetera. La risposta è
molto ampia e positiva ed è come se si intuisse che davvero lo Spirito ha suggerito
al Papa questa iniziativa, che trova riscontro nelle attese di molti. Domani ci sarà
l’inaugurazione dell’Anno, in San Pietro, con l’accoglienza della Reliquia del cuore
di San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, un momento di Adorazione Eucaristica,
il Vespro e la riflessione del Santo Padre. So che anche in molte Diocesi del mondo,
i Vescovi hanno indetto analoghe veglie di preghiera nelle Chiese Cattedrali o nei
Santuari, per condividere con i Sacerdoti la gioia di questo anno di grazia ad essi
dedicato. D. - ln quest’Anno, il Curato d’Ars, già patrono dei
Parroci, sarà proclamato patrono di tutti i Sacerdoti. Che significato ha questa scelta? R.
La patronalità, ordinariamente, è un affidamento ed insieme l’indicazione di un modello.
Il Santo Curato è certamente modello insuperato di tutti i Sacerdoti in “cura d’anime”,
come si suol dire: cioè direttamente impegnati nella pastorale parrocchiale o in tutti
quegli ambiti nei quali il contatto diretto con i fedeli laici è più immediato, che
è, poi, la stragrande maggioranza dei Sacerdoti cattolici. Con l’estensione, tuttavia,
della patronalità, è come se il Santo Padre dicesse che San Giovanni Maria Vianney
è un modello, non solo in quanto parroco, ma proprio in quanto sacerdote. Il suo modo
di rispondere e realizzare la chiamata di Dio e di essere sacerdote è, ancora oggi,
modello ed esempio per tutti noi. Egli ha sempre avuto fortissimo il senso della grandezza
del Sacerdozio, dell’inadeguatezza alla propria persona, della necessità di una continua
preghiera. Nel curato d’Ars risplende, con fulgida luminosità, il “tutto per Dio e
nulla per se stessi, che deve caratterizzare ogni resistenza sacerdotale, insieme
a quel tratto e quella carità pastorale che commuovevano i suoi penitenti, spingendoli
alla Riconciliazione Sacramentale. Abbiamo bisogno di Sacerdoti così! Innamorati di
Cristo, capaci di commuoversi per i misteri che celebrano, per la Divina Presenza
del Signore nel tabernacolo, per la conversione di un peccatore. Capaci, come il Curato
d’Ars, di pagare di persona per la salvezza del mondo. Ecco, credo che tutto questo
possa e debba significare l’estensione della patronalità. Il curato non è modello
solo per chi si riconosce in una determinata spiritualità, ma è modello per tutti,
perché piena imitazione dell'Unico Eterno Sacerdote, e modello supremo, che è Cristo
stesso. D. - Ma non è un modello ottocentesco, forse un po’
superato dalle moderne esigenze della Pastorale? R.
Vede, leggendo attentamente la biografia del Santo Curato, se è vero che alcune espressioni
o taluni atteggiamenti possono apparire “datati”, è ancora più vero che il nucleo
del suo pensiero e del suo ministero è assolutamente attuale, anzi direi davvero “moderno”.
Utilizzando un linguaggio oggi diffuso, potremmo dire che Egli è stato davvero un
“prete di frontiera”, parroco in una comunità poverissima e difficile, nella quale
la fede era debole ed i costumi piuttosto rilassati. Certo, invece che appiattire
il proprio essere ed il proprio ministero sul livello della vita sociale che ha incontrato,
ha saputo rispondere con straordinaria intelligenza pastorale, vivendo, egli per primo,
una radicalità che, progressivamente, ha contagiato tutta la comunità a lui affidata.
Sono queste le reali esperienze “di frontiera” che ci sono care! Immagini cosa volesse
dire, a metà ottocento, per esempio, tenere, vicino la canonica, in convitto per delle
ragazze disagiate, talvolta perfino “discusse” moralmente, per esercitare l’accoglienza
e la carità! Altro che modello sorpassato! Per non parlare poi di quel che era la
Francia post-rivoluzionaria con tutta la violenza anticristiana che la rivoluzione
ha portato con sé, non molto dissimile da alcuni attacchi che ancora oggi vengono
sferrati contro la Chiesa! Egli ha esemplarmente vissuto lo sforzo di rimanere fedele
a Roma ed insieme servire, talora perfino nella persecuzione, la causa di Cristo e
del Vangelo. No, il Curato d'Ars non è un modello ottocentesco, anzi! E’, di straordinaria
modernità e poi, lo sappiamo, la santità è sempre attuale e giovane, perché attuale
e giovane è la Chiesa ed è Cristo Risorto. D. - Verrà anche
pubblicato un vademecum per Confessori? R. Sì è in previsione
la pubblicazione, durante l’Anno Sacerdotale, di un vademecum. Da più parti, infatti,
si segnala, come il sacramento della riconciliazione stia attraversando un momento
di profonda crisi, almeno a livello di numeri! Paiono essere sempre meno le persone
che avvertono la differenza chiara tra bene e male, tra verità e menzogna, tra peccato
e virtù e che, conseguentemente, desiderano accostarsi alla riconciliazione. D’altro
canto, sia a causa della diminuzione del numero dei sacerdoti, sia per un malinteso
fraintendimento della stessa azione pastorale, non è sempre agevole trovare un sacerdote
disposto ad ascoltare le confessioni dei fedeli. Il Santo Curato d’Ars, invece, stava
anche sedici ore al giorno in confessionale, divenendo davvero, la sua parrocchia,
“l’ospedale delle anime”. Il Vademecum per i confessori dovrebbe aiutare a riscoprire
la bellezza della celebrazione di questo sacramento, sia per il sacerdote sia per
il penitente, ed eventualmente evidenziare come esso sia in stretta connessione con
I'identità stessa del sacerdote che riceve da Cristo Signore il mandato esplicito:
«Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete io peccati saranno rimessi, a chi non
li rimetterete, resteranno non rimessi» (cf. Gv 20,19-23). D.
- La congregazione, sarà presente a partire da domani, nella rete di Internet, con
uno specifico sito dedicato all’Anno Sacerdotale:www.annussacerdotalis.org. Perché
questa scelta e come è strutturato? R. - Il sito verrà aperto
domani, 19 giugno, Solennità del Sacro Cuore ed inizio dell’Anno Sacerdotale e si
protrarrà fino alla stessa celebrazione del 2010 (11 di giugno). Comunque, tutto il
materiale che lungo l’anno arricchirà questo sito specifico, resterà sempre disponibile
nel nostro già noto sito della Congregazione. (www.clerus.org). Il sito, come tutte
le pagine in internet, è composto da diverse aree, che speriamo poter incrementare
nel corso dell’anno. Cominciando dal Santo Curato d’Ars, proponiamo diversi profili
di santi sacerdoti. Segue la dottrina dei Padri della Chiesa ed il Magistero della
Chiesa sul sacerdozio. Lungo l’Anno Sacerdotale intendiamo offrire una serie di studi
- teologici, canonici, spirituali, ecc. - che possano formare una vera e propria biblioteca
sul sacerdozio, che faremmo con la collaborazione di diverse università e di singoli
provati autori. La preghiera “dei” e “per” i sacerdoti è un'altra area della nostra
page, dove andremo a proporre delle preghiere che lungo la storia hanno nutrito la
vita e la spiritualità dei sacerdoti, eppure l’invito a che tutta la Chiesa preghi
per i suoi sacerdoti, con l’iniziativa che portiamo felicemente avanti da ormai un
anno, sulla Adorazione Eucaristica e la Maternità Spirituale. A queste aree se ne
aggiungono altre due che conterranno, rispettivamente, messaggi e meditazioni sia
del Cardinale Prefetto che dell’Arcivescovo Segretario, con scadenza mensile. Esse
scandiranno l’intero anno con pensieri e meditazioni utili ai singoli sacerdoti come
ai vescovi per giornate sacerdotali, ritiri, ecc. E’ prevista un’area nella quale
i sacerdoti possono iscriversi per poter ricevere non solo quest'anno ma anche in
futuro validi sussidi per la propria formazione permanente. Finalmente le news presenteranno
le novità che potranno sorgere come iniziative tanto in Roma come nel resto del mondo.
Come il nostro sito clerus.org, il nuovo sito si propone di essere accessibile a quelle
fasce d’utenza che hanno diverse tecnologie o capacità. Per questo, innanzitutto con
la versione testuale si dà accesso a coloro che hanno collegamenti ad internet di
bassa velocità e quindi non possono spendere tempo di connessioni scaricando immagini
o siti complessi nella loro struttura. Allo stesso tempo, questo sito testuale è predisposto
per essere consultato dai non vedenti con i loro sistemi vocali.Inoltre, sempre pensando
a coloro che hanno meno risorse il sito annussacerdotalis.org prevede non solo la
lettura on line dei documenti presentati, ma pure il fatto di poterli scaricare nel
proprio computer in un formato compresso, in maniera da ottimizzare i tempi di collegamento,
e quindi i costi. Finalmente, per coloro che non hanno un collegamento ad internet,
abbiamo previsto che alla fine dell’anno sacerdotale il sito produca un cd da poter
distribuire fra di loro, tenendo conto che il materiale che potremmo raccogliere lungo
questo anno di grazia resta per sempre un materiale utile e proficuo per la vita e
il ministero dei sacerdoti. D. - L’Anno si concluderà con un
evento mondiale per i Sacerdoti a Roma. Può farci delle anticipazioni in
merito? R. - Come accaduto in passato, con le giornate mondiali
per i Sacerdoti organizzate dalla Congregazione per il Clero, ad esempio a Malta o
in Messico, si è pensato di chiudere l'Anno Sacerdotale con un'analoga iniziativa
nella Città Eterna sulle orme dei Santi Apostoli, e quindi sacerdoti, Pietro e Paolo!
L’evento, per cui la “macchina organizzativa” è già avviata, si svolgerà nei giorni
9, 10 e 11 giungo 2010 a Roma e si concluderà con un’Udienza con il Santo Padre in
Piazza San Pietro. Certamente sarà un momento di preghiera, di condivisione, di riflessione
e di grazia, per il quale sono previsti anche momenti formativi, sacramentali e comunionali.
Sarà come l’ite missa est con cui si conclude la Celebrazione Eucaristica: sembra
una fine, ma in realtà è un inizio, perché invita a tradurre, nell’esistenza quotidiana,
quanto vissuto nella Santa Messa. La giornata mondiale sacerdotale del 2010, vorremmo
fosse proprio un sempre nuovo inizio, nella coscienza della fedeltà di Cristo che
fonda la fedeltà dei Sacerdoti.