Rapporto sugli Obiettivi del Millennio: la crisi minaccia i più poveri
“Il 2009 sarà un anno cruciale per la povertà nel mondo. La crisi economica globale
ha già fatto precipitare 50 milioni di persone, soprattutto donne e bambini, nella
totale indigenza; in questa situazione la salute dei più deboli diventa una priorità
assoluta per governi, società civile e organizzazioni umanitarie”: lo afferma il rapporto
Onu sullo stato di attuazione degli Obiettivi del millennio (Odm) 2009, relativi alla
salute globale, presentato ieri alle Nazioni Unite. “Ridurre la mortalità infantile
di due terzi e quella materna di tre quarti entro il 2015, due tra i più trascurati
Odm – riferisce il rapporto ripreso dall'agenzia Misna – risultano inoltre minacciati
dalla peggior crisi economica che si ricordi dagli anni Trenta, specie nei paesi a
basso reddito”. Ma questo periodo di crisi sarebbe il momento più sbagliato per tralasciare
l’impegno a soddisfare le esigenze di base dei più poveri, sottolinea il documento,
58 pagine redatte da una commissione di esperti e con il contributo di numerosi capi
di stato e di governo, secondo cui “i tempi sono maturi per una maggiore responsabilità,
soprattutto da parte di quei paesi che hanno completato il loro cammino verso il pieno
sviluppo”. Nel presentare il rapporto Margareth Chan, direttore dell’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms), ha sottolineato che “se la crisi è globale le sue conseguenze
non sono percepite con la stessa gravità in tutto il mondo. Ancora una volta a pagare
il prezzo più alto sono i Paesi in via di sviluppo e all’interno di essi i più vulnerabili”.
Fare di più di quello che si sta facendo “è un imperativo non solo morale nei loro
confronti ma dettato dal fatto che le malattie, nel mondo odierno, possono raggiungere
livelli pandemici”. La Chan ha sottolineato che “esiste un pericoloso squilibrio nell’accesso
alle cure e alla salute in generale” e che i governi sono chiamati a confrontarsi
con un cambio di rotta nelle politiche internazionali, percepito come un’urgenza da
parte dei paesi più poveri”.