2009-06-17 15:36:44

Rapporto sugli Obiettivi del Millennio: la crisi minaccia i più poveri


“Il 2009 sarà un anno cruciale per la povertà nel mondo. La crisi economica globale ha già fatto precipitare 50 milioni di persone, soprattutto donne e bambini, nella totale indigenza; in questa situazione la salute dei più deboli diventa una priorità assoluta per governi, società civile e organizzazioni umanitarie”: lo afferma il rapporto Onu sullo stato di attuazione degli Obiettivi del millennio (Odm) 2009, relativi alla salute globale, presentato ieri alle Nazioni Unite. “Ridurre la mortalità infantile di due terzi e quella materna di tre quarti entro il 2015, due tra i più trascurati Odm – riferisce il rapporto ripreso dall'agenzia Misna – risultano inoltre minacciati dalla peggior crisi economica che si ricordi dagli anni Trenta, specie nei paesi a basso reddito”. Ma questo periodo di crisi sarebbe il momento più sbagliato per tralasciare l’impegno a soddisfare le esigenze di base dei più poveri, sottolinea il documento, 58 pagine redatte da una commissione di esperti e con il contributo di numerosi capi di stato e di governo, secondo cui “i tempi sono maturi per una maggiore responsabilità, soprattutto da parte di quei paesi che hanno completato il loro cammino verso il pieno sviluppo”. Nel presentare il rapporto Margareth Chan, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha sottolineato che “se la crisi è globale le sue conseguenze non sono percepite con la stessa gravità in tutto il mondo. Ancora una volta a pagare il prezzo più alto sono i Paesi in via di sviluppo e all’interno di essi i più vulnerabili”. Fare di più di quello che si sta facendo “è un imperativo non solo morale nei loro confronti ma dettato dal fatto che le malattie, nel mondo odierno, possono raggiungere livelli pandemici”. La Chan ha sottolineato che “esiste un pericoloso squilibrio nell’accesso alle cure e alla salute in generale” e che i governi sono chiamati a confrontarsi con un cambio di rotta nelle politiche internazionali, percepito come un’urgenza da parte dei paesi più poveri”.







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