Il “diritto all’istruzione e alla dignità” è stato il tema della Giornata del bambino
africano che, giunta alla XIX edizione, si è celebra ieri nel ricordo delle centinaia
di scolari neri uccisi dalla polizia a Soweto, in Sudafrica, il 16 giugno 1976, mentre
marciavano per protestare contro la qualità inferiore della loro educazione e per
sostenere il loro diritto a ricevere l’istruzione nella loro propria lingua. “È un
giorno – ha detto Seynabou Ndiaye Diakhate, presidente del Comitato dell’Unione Africana
per i diritti dei bambini - per meditare sulla sofferenza che la maggior parte dei
bambini africani deve sopportare e su come possiamo operare insieme per trovare una
soluzione sostenibile ai problemi che un bambino africano deve affrontare”. Numerose
le manifestazioni che si sono svolte ieri in ogni angolo del continente – riferisce
l’agenzia Misna - per attirare l’attenzione sulle condizioni di vita dei bambini in
Africa oggi. A Yaoundè, in Camerun, 180 bambini provenienti dalle diverse regioni
del paese partecipano per una settimana agli incontri del ‘parlamento dei bambini’
per discutere come eliminare la povertà, garantire l’istruzione per tutti ed eliminare
il lavoro minorile. Almeno 200 bambini hanno attraversato, a ritmo di musica, le strade
di Kigali, in Rwanda, innalzando striscioni con messaggi come “Abbiamo diritto di
essere protetti e curati” e “Fermate il lavoro minorile”. Più di 500 bambini a Bentiu,
in Sud-Sudan, hanno partecipato a giochi e spettacoli teatrali organizzati nello stadio
della città. Varie iniziative sono state organizzate anche in Etiopia, ad Addis Abeba,
dall’Unione Africana, che 15 anni fa, nel 1991, in ricordo della rivolta di Soweto,
dichiarò il 16 giugno Giornata del bambino aficano, attestando ufficialmente il contributo
dei bambini e degli adolescenti alla lotta contro l’apatheid. Nel continente “sono
ancora disattesi il diritto all’identità, alla salute, all’educazione, alla famiglia”
fa sapere all’agenzia Sir l’associazione Ai.Bi. Amici dei bambini. In Kenya, Paese
in cui opera, sono quasi due milioni e mezzo gli orfani, un terzo dei quali sotto
i cinque anni. Anche nella Repubblica Democratica del Congo, “nel clima di terrore
e caos della guerra che colpisce il Paese da anni – spiega l’Ai.Bi -, molti bambini
sono stati separati dalle loro famiglie, altri sono stati abbandonati nei centri o
per le strade. Più di 4 milioni gli orfani. Dati allarmanti e che impongono una seria
riflessione” conclude il presidente dell’associazione Marco Griffini. (R.P.)