2009-06-17 11:10:48

Fedeltà integrale al Vaticano II e al Magistero post-conciliare: così il Papa ai vescovi austriaci. Intervista col cardinale Schönborn


La situazione della diocesi Linz e più in generale della Chiesa in Austria sono stati i temi al centro della visita di due giorni compiuta in Vaticano da una delegazione di vescovi austriaci. I presuli, guidati dal presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, hanno incontrato il Papa e alcuni capi dicastero della Curia Romana. Il servizio di Sergio Centofanti.RealAudioMP3

In un comunicato della Sala Stampa vaticana si sottolinea come tale riunione, conclusa ieri, sia stata caratterizzata da vivo “affetto collegiale”: i temi sono stati affrontati “in un dialogo fraterno e in spirito costruttivo” e sono state prospettate “soluzioni per i problemi in atto”. Il Papa “ha richiamato l’urgenza dell’approfondimento della fede e della fedeltà integrale al Concilio Vaticano II e al Magistero post-conciliare della Chiesa, e del rinnovamento della catechesi alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica”. Inoltre – continua il comunicato – “si è parlato di questioni dottrinali e pastorali e della situazione del clero, del laicato, dei Seminari maggiori e delle Facoltà teologiche a Linz ed in altre diocesi dell’Austria”. Da parte loro “i vescovi austriaci hanno ringraziato il Santo Padre per la sua sollecitudine paterna e per questo incontro, segno della sua vicinanza alla Chiesa in Austria e lo hanno assicurato della loro piena comunione e del loro affetto”. Gratitudine è stata espressa dai vescovi austriaci anche alla Curia Romana “per la fruttuosa collaborazione e la disponibilità”. All’incontro hanno preso parte i cardinali Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.

 
Su questo incontro ascoltiamo il cardinale Schönborn, intervistato dalla collega Gudrun Sailer:

R. – Wir waren „eingeladen“ – ich betone das ausdrücklich, denn es war ein sehr …
Siamo stati “invitati” – e ci tengo a sottolinearlo, perché si è trattato di un colloquio molto cordiale, molto fraterno; non siamo stati “convocati” a Roma, ma ci è stato chiesto un confronto sulla situazione della Chiesa in Austria e più in particolare nella diocesi di Linz. Non è mistero che in quella diocesi ci siano forti tensioni, che esistono fazioni, che la nomina di mons. Wagner a vescovo ausiliare abbia scatenato forti controversie, che il suo ritiro, o meglio, la sua richiesta al Santo Padre di poter recedere dall’incarico e di non ricevere la consacrazione, da un lato è stata accolta con grande soddisfazione e dall’altro con grande rammarico: questi sono dati di fatto. E tutto questo desta preoccupazione. Ci si chiede: com’è la situazione a Linz? Cosa succederà a Linz? E per questo il Santo Padre ha voluto – l’iniziativa è stata sua personale – invitare noi, il vescovo di Linz, le tre prime cariche della Conferenza episcopale – il presidente, il vice-presidente e il metropolita di Salisburgo – per discutere con noi e con i responsabili delle rispettive Congregazioni, la situazione. Questo colloquio si è svolto affrontando i temi singolarmente, anche secondo le competenze delle rispettive Congregazioni, quindi sul seminario diocesano, sulla facoltà teologica, sulla condizione dei laici, sulle domande relative al Magistero – quindi di competenza della Congregazione per la Dottrina della fede –, sulle domande relative alla disciplina ecclesiastica … ma tutto questo in modo molto fraterno. In nessun momento abbiamo avuto la sensazione di trovarci sul banco degli imputati; abbiamo veramente percepito la preoccupazione comune ed è stata per noi un’esperienza toccante prendere coscienza del gran da fare che ha il Santo Padre con questa Chiesa che è universale, e che ciò nonostante egli si prende tanto tempo per ascoltare le preoccupazioni della piccola Chiesa austriaca, per ascoltare le nostre preoccupazioni, per formulare le preoccupazioni di Roma nei nostri riguardi. Abbiamo sentito il profondo amore del Papa per l’Austria, per la Chiesa che è in Austria, e gli siamo molto, molto riconoscenti.

 
D. – Questioni di Magistero e questioni di disciplina, lei diceva: sono state affrontate anche le richieste contenute nelle iniziative dei laici, con i quali lei si è recentemente confrontato?

 
R. – Das war nicht direkt Thema dieses Treffens, aber ich habe ja der Laieninitiative …
Non è stato direttamente argomento di questo incontro, anche se io avevo promesso all’iniziativa dei laici che avrei personalmente consegnato le loro richieste, il loro memorandum: ed è quello che ho fatto, consegnando il tutto al cardinale Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, accompagnato da una mia lettera di accompagnamento. Ho pregato lui, che è competente per il clero in tutto il mondo, di leggere il documento con attenzione – anche se io personalmente non sono d’accordo con alcune conclusioni di questa iniziativa, cosa che ho detto apertamente – perché credo che sia importante che a Roma si conosca la posizione di una parte dei nostri laici in merito ad alcune preoccupazioni della Chiesa. In questo senso ho consegnato il documento. Questo non è stato parte del nostro incontro, ma un’aggiunta allo stesso.

 
D. – Quali sono oggi quei punti dolenti nella Chiesa in Austria per i quali lei pensa di avere fatto veramente un passo avanti nel colloquio di questi giorni? Quali suggerimenti porta con sé, tornando a casa, in Austria?

 
R. – Es ist zuerst und ganz entscheidend was der Heilige Vater uns am Anfang…
E’ di primaria e determinante importanza quello che il Santo Padre ci ha detto fin dall’inizio e che ci ha ripetuto a conclusione dell’incontro: la cosa determinante è la questione della fede. La fede viva in Dio, in un Dio che “è” veramente e che è veramente “divenire”, che veramente è presente. Il Santo Padre ci ha detto una cosa che ci ha molto colpiti, anche a proposito del grande tema del celibato, perché in Austria e in particolare nell’Austria del Nord, questo è ovviamente un argomento discusso con grande fervore. Egli ha detto: in definitiva, la questione è: noi crediamo che sia possibile, che sia ragionevole impostare la propria vita interamente su questo unico fondamento che è Dio? E al servizio di Dio e di Gesù Cristo, conferire a questo servizio anche uno stile di vita, nello stile di vita del celibato come lo aveva inteso Gesù, “per il Regno dei Cieli”, non per sfiducia nei riguardi del matrimonio o come disprezzo del matrimonio, ma perché il bene più alto che ci è dato, che ci è stato affidato, Dio, Gesù Cristo, è presente nel mondo e per questo è possibile e ragionevole impostare la propria vita interamente su Cristo? Il Santo Padre ci ha parlato dell’Anno sacerdotale, che inizia venerdì e ci ha mostrato come il punto nodale sia proprio questo: l’esempio del Santo Curato d’Ars, patrono dei parroci, e poi anche patrono dei sacerdoti, quale sarà proclamato quest’anno, l’esempio di una vita che ha una tale forza irradiante ed una tale forza persuasiva come quella del parroco di Ars, una vita vissuta tutta nella dedizione a Dio, nella preghiera e nell’Eucaristia e che per questo è stata per tanti uomini un dono incredibile … Ecco, questo è l’esempio da seguire e se anche soltanto proviamo un poco a seguire questo esempio, allora avremo fatto una cosa determinante per il rinnovamento.







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