Fedeltà integrale al Vaticano II e al Magistero post-conciliare: così il Papa ai vescovi
austriaci. Intervista col cardinale Schönborn
La situazione della diocesi Linz e più in generale della Chiesa in Austria sono stati
i temi al centro della visita di due giorni compiuta in Vaticano da una delegazione
di vescovi austriaci. I presuli, guidati dal presidente della Conferenza episcopale
e arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, hanno incontrato il Papa
e alcuni capi dicastero della Curia Romana. Il servizio di Sergio Centofanti.
In un comunicato
della Sala Stampa vaticana si sottolinea come tale riunione, conclusa ieri, sia stata
caratterizzata da vivo “affetto collegiale”: i temi sono stati affrontati “in un dialogo
fraterno e in spirito costruttivo” e sono state prospettate “soluzioni per i problemi
in atto”. Il Papa “ha richiamato l’urgenza dell’approfondimento della fede e della
fedeltà integrale al Concilio Vaticano II e al Magistero post-conciliare della Chiesa,
e del rinnovamento della catechesi alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica”.
Inoltre – continua il comunicato – “si è parlato di questioni dottrinali e pastorali
e della situazione del clero, del laicato, dei Seminari maggiori e delle Facoltà teologiche
a Linz ed in altre diocesi dell’Austria”. Da parte loro “i vescovi austriaci hanno
ringraziato il Santo Padre per la sua sollecitudine paterna e per questo incontro,
segno della sua vicinanza alla Chiesa in Austria e lo hanno assicurato della loro
piena comunione e del loro affetto”. Gratitudine è stata espressa dai vescovi austriaci
anche alla Curia Romana “per la fruttuosa collaborazione e la disponibilità”. All’incontro
hanno preso parte i cardinali Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per
i Vescovi, William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della
Fede, Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, Zenon Grocholewski,
prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e Stanisław Ryłko,
presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.
Su
questo incontro ascoltiamo il cardinale Schönborn, intervistato dalla collega
Gudrun Sailer:
R. – Wir waren „eingeladen“ – ich betone das ausdrücklich,
denn es war ein sehr … Siamo stati “invitati” – e ci tengo a sottolinearlo,
perché si è trattato di un colloquio molto cordiale, molto fraterno; non siamo stati
“convocati” a Roma, ma ci è stato chiesto un confronto sulla situazione della Chiesa
in Austria e più in particolare nella diocesi di Linz. Non è mistero che in quella
diocesi ci siano forti tensioni, che esistono fazioni, che la nomina di mons. Wagner
a vescovo ausiliare abbia scatenato forti controversie, che il suo ritiro, o meglio,
la sua richiesta al Santo Padre di poter recedere dall’incarico e di non ricevere
la consacrazione, da un lato è stata accolta con grande soddisfazione e dall’altro
con grande rammarico: questi sono dati di fatto. E tutto questo desta preoccupazione.
Ci si chiede: com’è la situazione a Linz? Cosa succederà a Linz? E per questo il Santo
Padre ha voluto – l’iniziativa è stata sua personale – invitare noi, il vescovo di
Linz, le tre prime cariche della Conferenza episcopale – il presidente, il vice-presidente
e il metropolita di Salisburgo – per discutere con noi e con i responsabili delle
rispettive Congregazioni, la situazione. Questo colloquio si è svolto affrontando
i temi singolarmente, anche secondo le competenze delle rispettive Congregazioni,
quindi sul seminario diocesano, sulla facoltà teologica, sulla condizione dei laici,
sulle domande relative al Magistero – quindi di competenza della Congregazione per
la Dottrina della fede –, sulle domande relative alla disciplina ecclesiastica … ma
tutto questo in modo molto fraterno. In nessun momento abbiamo avuto la sensazione
di trovarci sul banco degli imputati; abbiamo veramente percepito la preoccupazione
comune ed è stata per noi un’esperienza toccante prendere coscienza del gran da fare
che ha il Santo Padre con questa Chiesa che è universale, e che ciò nonostante egli
si prende tanto tempo per ascoltare le preoccupazioni della piccola Chiesa austriaca,
per ascoltare le nostre preoccupazioni, per formulare le preoccupazioni di Roma nei
nostri riguardi. Abbiamo sentito il profondo amore del Papa per l’Austria, per la
Chiesa che è in Austria, e gli siamo molto, molto riconoscenti.
D.
– Questioni di Magistero e questioni di disciplina, lei diceva: sono state affrontate
anche le richieste contenute nelle iniziative dei laici, con i quali lei si è recentemente
confrontato?
R. – Das war nicht direkt Thema dieses
Treffens, aber ich habe ja der Laieninitiative … Non è stato direttamente
argomento di questo incontro, anche se io avevo promesso all’iniziativa dei laici
che avrei personalmente consegnato le loro richieste, il loro memorandum: ed è quello
che ho fatto, consegnando il tutto al cardinale Hummes, prefetto della Congregazione
per il Clero, accompagnato da una mia lettera di accompagnamento. Ho pregato lui,
che è competente per il clero in tutto il mondo, di leggere il documento con attenzione
– anche se io personalmente non sono d’accordo con alcune conclusioni di questa iniziativa,
cosa che ho detto apertamente – perché credo che sia importante che a Roma si conosca
la posizione di una parte dei nostri laici in merito ad alcune preoccupazioni della
Chiesa. In questo senso ho consegnato il documento. Questo non è stato parte del nostro
incontro, ma un’aggiunta allo stesso.
D. – Quali
sono oggi quei punti dolenti nella Chiesa in Austria per i quali lei pensa di avere
fatto veramente un passo avanti nel colloquio di questi giorni? Quali suggerimenti
porta con sé, tornando a casa, in Austria?
R. – Es
ist zuerst und ganz entscheidend was der Heilige Vater uns am Anfang… E’
di primaria e determinante importanza quello che il Santo Padre ci ha detto fin dall’inizio
e che ci ha ripetuto a conclusione dell’incontro: la cosa determinante è la questione
della fede. La fede viva in Dio, in un Dio che “è” veramente e che è veramente “divenire”,
che veramente è presente. Il Santo Padre ci ha detto una cosa che ci ha molto colpiti,
anche a proposito del grande tema del celibato, perché in Austria e in particolare
nell’Austria del Nord, questo è ovviamente un argomento discusso con grande fervore.
Egli ha detto: in definitiva, la questione è: noi crediamo che sia possibile, che
sia ragionevole impostare la propria vita interamente su questo unico fondamento che
è Dio? E al servizio di Dio e di Gesù Cristo, conferire a questo servizio anche uno
stile di vita, nello stile di vita del celibato come lo aveva inteso Gesù, “per il
Regno dei Cieli”, non per sfiducia nei riguardi del matrimonio o come disprezzo del
matrimonio, ma perché il bene più alto che ci è dato, che ci è stato affidato, Dio,
Gesù Cristo, è presente nel mondo e per questo è possibile e ragionevole impostare
la propria vita interamente su Cristo? Il Santo Padre ci ha parlato dell’Anno sacerdotale,
che inizia venerdì e ci ha mostrato come il punto nodale sia proprio questo: l’esempio
del Santo Curato d’Ars, patrono dei parroci, e poi anche patrono dei sacerdoti, quale
sarà proclamato quest’anno, l’esempio di una vita che ha una tale forza irradiante
ed una tale forza persuasiva come quella del parroco di Ars, una vita vissuta tutta
nella dedizione a Dio, nella preghiera e nell’Eucaristia e che per questo è stata
per tanti uomini un dono incredibile … Ecco, questo è l’esempio da seguire e se anche
soltanto proviamo un poco a seguire questo esempio, allora avremo fatto una cosa determinante
per il rinnovamento.