2009-06-17 16:10:37

Bolivia: lettera dell’arcivescovo di Sucre per l'Anno Sacerdotale


Mons. Jesús Pérez Rodríguez, arcivescovo di Sucre, ha indirizzato una lettera a tutti i sacerdoti della diocesi in occasione dell’inizio dell’Anno Sacerdotale. Il presule ricorda loro che questo Anno rappresenta un’occasione molto propizia per “riscoprire la bellezza e l’importanza del sacerdozio e di ogni sacerdote”. “Il tema scelto dal Santo Padre – si legge nel documento ripreso dall’agenzia Fides - è sommamente evocatorio e ci invita a ritornare al Cenacolo, al Giovedì Santo, quando venne istituita l’Eucaristia. Istituendo il sacerdozio, lo unì inseparabilmente all’Eucaristia”. Per questo - ricorda l’Arcivescovo ai sacerdoti - “celebrare l’Eucaristia significa celebrare quello che siamo; vivere sempre la nostra identità sacerdotale, il nostro ministero o servizio di rendere presente ai nostri giorni la Cena del Signore”. Per l’arcivescovo questa occasione significa innanzitutto un rinnovato atteggiamento interiore “alla riscoperta gioiosa della propria identità, della fraternità nel proprio presbiterio di questa nostra Chiesa particolare e della relazione sacramentale con il vescovo”. È dunque importante “continuare a fidarsi di Cristo, che ci chiamò immeritatamente”, fiducia che si alimenta “ricorrendo al Signore, alimentando la nostra vita con la preghiera, nel rimanere con il Signore, nel darsi del tempo per stare con Lui, perché ‘chi rimane in me produce molto frutto’ (Gv 15,5) ed essere coscienti della necessità del suo aiuto”. A questo proposito mons. Pérez Rodríguez insiste sulla necessità dell’adorazione alla presenza reale di Cristo nel “pane consacrato”. Infatti, “la vocazione sacerdotale cresce, si sviluppa, si mantiene fedele e feconda, solo nell’intensa relazione con Cristo. La radice della fedeltà al ministero raccomandato e del sacro celibato sta nell’amore a Cristo”. “Un sacerdote che ha coscienza della presenza reale di Cristo – conclude l’arcivescovo di Sucre - sarà un uomo di Dio, distaccato da se stesso e da tutti quegli affetti che lo separino dal Signore e dalla missione. Avrà l’ardore per realizzare una pastorale missionaria, creativa e propositiva e non soltanto una pastorale di mantenimento”. (A.L.)







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