Messico: la Chiesa condanna l'assassinio di un sacerdote e di due seminaristi
La Conferenza episcopale messicana ha condannato il terribile assassinio di un sacerdote
e di due seminaristi, avvenuto sabato scorso nella città di Arcelia (Guerrero), e
ha espresso le sue condoglianze a mons. Maximino Martínez Miranda, vescovo di Ciudad
Altamirano, al seminario e alle famiglie che soffrono per l’irreparabile perdita dei
loro cari. “Condanniamo anche - si legge nel testo del comunicato ripreso dall'agenzia
Fides - la violenza che sta colpendo il nostro Paese ed esigiamo dalle autorità competenti,
a tutti i livelli di governo, di realizzare un’indagine urgente per individuare i
responsabili di questo crimine vigliacco”. Il comunicato si conclude con la richiesta
a tutti di unirsi nella preghiera per la diocesi, per il seminario e per le famiglie,
“affinché il Signore dia loro forza e pronta consolazione”. Le vittime dell’omicidio
sono il sacerdote Habacuc Hernández Benítez, 39 anni, coordinatore della pastorale
vocazionale nella diocesi di Ciudad Altamirano, ed i giovani Eduardo Oregón Benítez,
19 anni, e Silvestre González Cambrón, 21 anni, entrambi di Ajuchitlán, Guerrero.
I tre sono stati assassinati mentre si dirigevano ad una riunione di pastorale vocazionale,
la sera di sabato, nel municipio di Arcelia, a Tierra Caliente (Guerrero). Secondo
la polizia il sacerdote ed i seminaristi sono stati raggiunti da colpi sparati da
alcuni individui intorno alle sette di sabato pomeriggio, mentre viaggiavano su un
camioncino in una delle strade centrali di Arcelia. Improvvisamente un altro veicolo
li ha raggiunti, li hanno fatti scendere dal camioncino e li hanno colpiti con vari
colpi calibro 9. I corpi sono stati vegliati nel seminario di Ciudad Altamirano e
ieri sono stati trasportati nei loro luoghi di origine. Domenica scorsa l’arcivescovo
di Acapulco, mons. Felipe Aguirre Franco, dopo aver celebrato una Santa Messa nella
Chiesa di Nostra Signora della Soledad, ha tenuto una conferenza stampa nella quale
ha ribadito che ancora non si conosce la dinamica dei fatti. Il presule ha segnalato
anche che in quella regione del Paese prevale la logica di risolvere tutto con la
pistola, la logica del regolamento di conti, dello spargimento di sangue, “è una società
che si sta cainizzando, dove il fratello ammazza il fratello”. (R.P.)