2009-06-16 11:48:32

All’università “La Sapienza” di Roma un convegno sulle idee per una nuova scuola europea che valorizzi i giovani


Dare risposte concrete ai cruciali interrogativi sulla scuola italiana ed europea del futuro, ripensare il sistema formativo, garantendo pluralismo, innovazione, inclusione, accesso alle nuove tecnologie: questi gli obiettivi al centro del recente convegno “La Scuola che non c’è. Idee per una nuova scuola europea”, svoltosi a Roma e promosso dall’Università La Sapienza. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Nel vortice dell’attuale crisi finanziaria, secondo quanto denuncia l’ultimo rapporto Eurostat, è finita anche la scuola italiana. Con una spesa per l'istruzione pari al quattro per cento del Pil - a fronte di una media europea superiore al cinque per cento - l'Italia è infatti al 21.mo posto nella classifica dell’Ue. Se si considera poi la spesa educativa per allievo, gli studenti italiani sono tra i più penalizzati: per ciascuno di loro si spendono 5900 euro procapite a fronte degli ottomila euro di Paesi come l’Austria e la Danimarca. Da questo scenario, nasce l’urgenza di ripensare una scuola che ancora non c’è, che metta in campo più risorse, che sia orientata alle dinamiche dell’inclusione e del pluralismo; che metta al centro lo studente, offrendo un sistema formativo valido. Ma in che modo? Romano Boni, ordinario di Economia aziendale alla Sapienza di Roma:
 
“Bisogna fare un’analisi delle criticità, dei punti, e vedere gli aspetti finanziari, logistici, urbanistici sui quali lavorare. E’ questo il nostro obiettivo: quello di proporre un’alternativa ad un taglio indiscriminato dei fondi, liberare delle risorse per migliorare e portare avanti questa scuola che non c’è e che ci dovrebbe essere e che vogliamo che si realizzi. Abbiamo detto: una scuola a tempo pieno, una scuola che stimoli i ragazzi, una scuola che abbia degli ambienti progettati da architetti. Allora, in questo modo, avremmo una maggiore possibilità di avere, di cercare e trovare talenti.” 
Urgono dunque, cambiamenti radicali, riforme imminenti, a partire dall’innovazione tecnologica, dall’uso di strumenti avanzati per la formazione e l’insegnamento, sull’esempio di realtà operative d’eccellenza e già collaudate, come il Chris Cappel College di Anzio. Che cosa ha in più questa struttura? Risponde il vicepresidente, Franco Cappelluti:
 
“Ha dei laboratori fantastici. I ragazzi vengono impegnati dalla mattina alla sera. Abbiamo attività extra curriculari, il laboratorio di informatica, si prende la patente europea al termine del corso ed abbiamo anche attività teatrali. C’è poi un laboratorio di musica, una biblioteca multimediale a disposizione per le ricerche, per le videoconferenze”. 
Un eccellente polo del sapere vicino agli standard europei, che mira a valorizzare i talenti naturali di ogni ragazzo rimuovendo precocemente qualunque tipo di barriera.







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