2009-06-15 15:42:09

L’intervento dell’arcivescovo di Lione sul dialogo fra ebrei e cristiani


“Il mondo attende da noi la messa in opera della misericordia di Dio nei riguardi dei suoi figli che ne hanno più bisogno. Perché non agire insieme e gratuitamente nei Paesi poveri, presso i malati di aids per esempio, e presso le persone anziane o i detenuti?” è la domanda- riflessione dell’arcivescovo di Lione, il cardinale Philippe Barbarin, nel discorso tenuto all'Istituto di teologia Santi Cirillo e Metodio dell'Università statale di Minsk, dove ha ricevuto la laurea honoris causa dalle mani del rettore, il metropolita Filarete, esarca patriarcale in Bielorussia e presidente della Commissione teologica sinodale del Patriarcato di Mosca. “Credo che porterebbe molto profitto una riflessione teologica sulla profezia. – ha detto il porporato - Certo, sia gli ebrei che i cristiani leggono i profeti, ma ho l'impressione che questi ultimi hanno assunto un posto secondario nella liturgia ebraica: la sezione dei profeti, che è letta ogni sabato, è scelta in funzione del passo della parasha. E presso i cristiani, dove il Vangelo occupa certamente un posto centrale, la lettura dei profeti è a volte un aspetto aggiuntivo. Temo che la difesa legittima delle nostre istituzioni ci porti a perdere di vista il senso della parola profetica, con la quale Dio interviene nella nostra storia e conserva sempre il diritto di rivoluzionarla”. Nel suo discorso, - diffuso dall’Osservatore Romano - il cardinale Barbarin ha compiuto un lungo approfondimento storico sulla situazione del dialogo fra ebrei e cristiani e, tra i fatti più recenti, ha ricordato l'importanza dell'intervento, «altamente simbolico», del rabbino capo di Haifa, Shear-Yashuv Cohen, membro della commissione mista Israele-Santa Sede, al Sinodo dei vescovi su «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, nell'ottobre scorso in Vaticano. “È stato bello — ha commentato l'arcivescovo di Lione — vedere vescovi del mondo intero riuniti attorno al Papa, in presenza dei delegati di altre Chiese cristiane, ascoltare un rabbino che ci spiegava, come un fratello maggiore, che nelle nostre comunità la Parola di Dio è una sorgente d'acqua viva che irriga tutto: la preghiera, la vita familiare e sociale, il servizio ai poveri, l'insegnamento della fede”. (A.V.)







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