Messaggio del vescovo di Padova nella memoria di Sant'Antonio
Si celebra oggi la memoria di Sant’Antonio di Padova, dottore della Chiesa. Nel messaggio
per l’odierna giornata, il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, sottolinea
che Sant’Antonio si è prodigato per promuovere il bene completo della persona “con
una particolare sensibilità verso i sofferenti, i poveri, gli oppressi, per favorire
relazioni umane meno conflittuali”. Venuto da fuori come “immigrato” - ricorda il
vescovo di Padova - Sant’Antonio ha avuto sempre a cuore il bene di tutti gli abitanti
della città. Gli immigrati – aggiunge mons. Antonio Mattiazzo - devono essere aiutati
ad inserirsi, facendo in modo che conoscano lingua, cultura, religione e tradizioni
della città patavina. Padova – si legge nel messaggio - ha bisogno di un “colpo d’ala”
per guardare in alto e avanti per dare un “supplemento d’anima” al corpo sociale.
La presenza oggi in città di immigrati, portatori di cultura, religione, stili di
vita diversi - sottolinea il vescovo - va considerata nell’ottica del bene comune:
“l’immigrato è un fratello che viene da lontano dove spesso ha tanto sofferto”. Da
lontano è arrivato anche Sant’Antonio, al secolo Fernando di Buglione,, nato nel 1195
a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra gli agostiniani.
Nel 1220, dopo aver visto i corpi senza vita di 5 francescani uccisi in Marocco, decide
di entrare nell’ordine dei francescani e prende il nome di Antonio. Nel 1227 diventa
provinciale dell’Italia settentrionale e si stabilisce a Padova continuando l’opera
di predicazione. Il 13 giugno del 1231 viene colto da un malore a Camposampiero. Prima
di morire chiede ai confratelli di essere portato a Padova. (A cura di Amedeo Lomonaco)