2009-06-13 14:50:13

Dopo le sanzioni Onu la Corea del Nord minaccia il ricorso alle armi


La Corea del Nord “si oppone e denuncia” la nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e afferma che produrrà nuove armi nucleari. La presa di posizione giunge a distanza di poche ore dal voto all'unanimità del Consiglio di sicurezza, che ha rafforzato ieri le sanzioni contro Pyongyang a seguito dei test missilistici e nucleari condotti nelle scorse settimane. Il servizio è di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Un nuovo atto di forza, quello della Corea del Nord, che non solo si oppone alla risoluzione su nuove e più forti sanzioni, approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma alza ulteriormente il tiro. Continueremo il nostro programma nucleare - fanno sapere le autorità di Pyongyang - aggiungendo che ci saranno risposte militari contro ogni azione guidata dagli Stati Uniti, che preveda un isolamento del Paese. Nella stessa nota, a firma del Ministero degli esteri nordcoreano, si afferma inoltre che il programma dell'arricchimento dell'uranio finalizzato alla costruzione di armi atomiche ha registrato dei progressi. Una risposta durissima, dunque, al Palazzo di Vetro. Solo ieri, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, aveva espresso soddisfazione per l’inasprimento delle sanzioni, parlando di “un segnale forte e chiaro” della comunità internazionale, mostratasi compatta nel condannare gli esperimenti nucleari e missilistici che nelle scorse settimane avevano scosso il mondo. Intanto, la Corea del Sud ha rafforzato la sua presenza militare sulla frontiera marittima, mentre da Washington è giunta la comunicazione di un probabile nuovo test nucleare nei prossimi giorni. Notizia, questa, che ha allarmato il Giappone, che sta pensando a ulteriori nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang.

 
Afghanistan
La Commissione elettorale afgana ha ufficializzato le 41 candidature per le elezioni presidenziali che si terranno il 20 agosto prossimo. Intanto, sul terreno non si placano le violenze. Un kamikaze si è fatto esplodere a bordo di un veicolo uccidendo 17 persone, tra cui 8 civili, nei pressi di una base militare delle forze internazionali nella provincia meridionale di Helmand.

Pakistan
Sono tre le vittime nell’attentato di oggi a Kohat, nella parte nordoccidentale del Paese. Ieri altri attacchi erano stati rivendicati dai talebani, mentre nelle ultime 24 ore si sono succeduti anche diversi scontri nella valle dello Swat, dove sono rimasti uccisi 52 talebani e 12 soldati afgani.

Italia-Br
Il processo alle nuove Brigate Rosse. Sono 14 le condanne inflitte dai giudici della Corte d'Assise di Milano nei confronti di 17 imputati. Le pene variano dai 15 anni ai 10 giorni, tre le assoluzioni. Centomila euro è la cifra che alcuni imputati dovranno versare al giuslavorista Pietro Ichino, nel mirino del gruppo, anche la Presidenza del consiglio, costituitasi parte civile, otterrà un rimborso di un milione di euro. Dopo la sentenza, amici e parenti degli imputati si sono spostati verso la prigione di San Vittore, dove hanno inscenato una protesta contro le condizioni carcerarie dei loro congiunti.

Italia-Gheddafi
Il leader libico, Gheddafi, ha lasciato l’Italia dopo quattro giorni di permanenza a Roma. Nella sua tenda piantata a Villa Pamphili, si è svolto l’incontro con l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, per discutere dei rapporti tra il gruppo petrolifero italiano e la Libia. Accese erano state ieri le polemiche dopo la decisione del presidente della Camera, Fini, di annullare un incontro con il leader libico atteso per due ore. Un ritardo che, fonti ufficiali di Tripoli, hanno imputato alla preghiera del venerdì. In serata, la vicenda si è risolta in un incontro privato, nella tenda di Gheddafi, tra il premier Berlusconi e lo stesso colonnello.

G8-crisi economica
I ministri per lo sviluppo del G8 e i rappresentanti di Brasile, Cina, India Messico Sudafrica ed Egitto si sono riuniti ieri a Roma per valutare l’impatto della crisi economica e finanziaria sui Paesi in via di sviluppo. Tra le proposte avanzate per migliorare l’efficacia della cooperazione: la riduzione del 50% delle commissioni applicate alle rimesse dei migranti e l’impegno ad investire nelle risorse agricole e ambientali delle economie emergenti. Sui risultati del vertice, Stefano Leszczynski ha intervistato Stefano Manservisi, direttore generale per lo sviluppo della Commissione europea:RealAudioMP3

R. - Le conclusioni sono: rispettiamo e aggiungiamo anche altre risorse e mettiamo più coerenza nella nostra azione con i Paesi più poveri e nella lotta contro la povertà. Non può che essere, in termini politici, un grandissimo risultato. Si tratta ora di tradurlo in pratica.
 
D. - C’è anche una condizione, rafforzare prima le economie più forti che sono state indebolite dalla crisi per poter poi aiutare i Paesi in via di sviluppo…

 
R. - Nel nostro approccio politico economico, ideale e intellettuale, non ci sono due fasi, in realtà c’è un continuum. Bisogna aver chiari degli obiettivi di policy. Vedere, ad esempio, se le scelte politiche che si fanno da noi sono protezioniste, se sono di chiusura nei confronti degli scambi di civiltà, di cultura, di mobilità anche di persone: se sono delle scelte di esclusione non risolveranno né la nostra crisi, né quella dei Paesi in via di sviluppo. Ovviamente, tutto questo richiede a volte ai partner in via di sviluppo la volontà di essere anche più responsabili, cioè di essere parte di questo gioco di decisione.
 
D. - In tutta questa situazione globale entra anche il tema dei flussi migratori o ne resta fuori, nel senso che in questa situazione avere ancora un concetto di “fortezza Europa” appare ormai superato…

 
R. - Devo dire che le questioni migratorie non sono state discusse se non da un punto di vista interessante: quello di come cogliere l’impatto che i cambiamenti ambientali hanno sui flussi migratori, cioè quanto inducono di movimenti. Da parte della grande maggioranza si è considerato che si tratta di un problema importante da affrontare con la politica di sviluppo, quindi è un buon messaggio. D’altra parte, sono d’accordo nel dire che non si risolve la crisi con una “fortezza Europa”, né in termini economici, né in termini umani.

 
Filippine
Nelle Filippine, sei soldati sono rimasti uccisi nell’attacco condotto dai ribelli del gruppo di Abu Sayyaf, che tengono in ostaggio dal febbraio scorso l’operatore della Croce Rossa, l’italiano Eugenio Vagni. Undici i feriti. L’agguato è avvenuto mentre i militari stavano tornando alla loro base nell'isola meridionale di Jolo. È il secondo scontro a fuoco in pochi giorni tra le forze governative filippine ed i membri dell'organizzazione che si ritiene collegata ad al Qaeda.

Thailandia
Due morti e 20 feriti è il bilancio di un attacco condotto contro un bus da presunti ribelli islamici nel sud del Paese.

Pirateria
Nuovo episodio di pirateria. Un cargo battente bandiera di Antigua e Barbuda è stato sequestrato ieri nel Golfo di Oman da pirati, presumibilmente somali. A bordo ci sono oltre 200 persone.

Nigeria
Un attacco a due impianti petroliferi della compagnia francese Chevron, nel sud della Nigeria, è stato reso noto sul web dal Mend, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger. Nel mirino un gasdotto e un oleodotto.

Usa
Una fuga di idrogeno sarebbe all’origine del rinvio del lancio della navetta spaziale Endeavour in programma per oggi da Cape Canaveral, in Florida. Sette gli astronauti previsti a bordo per la missione diretta verso la Stazione spaziale internazionale (Ssi). (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 164

 
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