Corpus Domini. Il Papa: rinnovare la fede nell'Eucaristia contro i rischi di secolarizzazione
anche all'interno della Chiesa
“L’Eucaristia, rinnovando il sacrificio della Croce, ci rende capaci di vivere fedelmente
la comunione con Dio”: così il Papa nella Messa per la Solennità del Corpus Domini
celebrata ieri sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Al termine
del rito, Benedetto XVI ha guidato la processione verso la Basilica di Santa Maria
Maggiore. Il servizio di Benedetta Capelli:
Il Cenacolo,
la Pasqua celebrata da Gesù con i discepoli, “l’istituzione dell’Eucaristia come anticipazione
e accettazione da parte di Gesù della sua morte”. Sono le immagini evocate da Benedetto
XVI per spiegare il “Sacrificio eucaristico” che si rinnova nelle parole: “Questo
è il mio corpo, questo è il mio sangue ”. Un sacrificio nel quale si “realizza l’espiazione
dei peccati” ma che si completa nella nuova alleanza, confermata “non con sacrifici
di animali” bensì con il suo sangue, divenuto “sangue della nuova alleanza”. Gesù
è “mediatore” di un nuovo patto, “al tempo stesso – aggiunge il Papa – vittima degna
di Dio perché senza macchia, e sommo sacerdote che offre se stesso, sotto l'impulso
dello Spirito Santo, ed intercede per l’intera umanità”: “La
Croce è pertanto mistero di amore e di salvezza, che ci purifica la coscienza dalle
'opere morte', cioè dai peccati, e ci santifica scolpendo l’alleanza nuova nel nostro
cuore; l’Eucaristia, rinnovando il sacrificio della Croce, ci rende capaci di vivere
fedelmente la comunione con Dio”. Il Papa ha ricordato
come Dio plasma il suo popolo, “l’unico Corpo di Cristo, grazie alla nostra sincera
partecipazione alla duplice mensa della Parola e dell’Eucaristia”: “Nutriti
di Cristo, noi, suoi discepoli, riceviamo la missione di essere 'l’anima' di questa
nostra città fermento di rinnovamento, pane 'spezzato' per tutti, soprattutto per
coloro che versano in situazioni di disagio, di povertà e di sofferenza fisica e spirituale.
Diventiamo testimoni del suo amore”. Ai sacerdoti Benedetto
XVI ha chiesto di “essere Eucaristia”, "degni ministri del Cristo e testimoni della
sua gioia": “E’ ciò che i fedeli attendono dal sacerdote:
l’esempio cioè di una autentica devozione per l’Eucaristia; amano vederlo trascorrere
lunghe pause di silenzio e di adorazione dinanzi a Gesù come faceva il santo Curato
d’Ars, che ricorderemo in modo particolare durante l’ormai imminente Anno Sacerdotale.
San Giovanni Maria Vianney amava dire ai suoi parrocchiani: ‘Venite alla comunione
… E’ vero che non ne siete degni, ma ne avete bisogno’”. Poi
ha ricordato il senso della celebrazione: il rinnovo della “nostra fede nella reale
presenza di Cristo nell’Eucaristia”: “Non bisogna dare per
scontata questa fede! C’è oggi il rischio di una secolarizzazione strisciante anche
all’interno della Chiesa, che può tradursi in un culto eucaristico formale e vuoto,
in celebrazioni prive di quella partecipazione del cuore che si esprime in venerazione
e rispetto per la liturgia”. Con “il pane della vita
eterna”, “il cielo – ha proseguito il Pontefice - viene sulla terra, il domani di
Dio si cala nel presente e il tempo è come abbracciato dall’eternità divina”. Al termine
della Messa Benedetto XVI ha guidato la tradizionale processione eucaristica verso
Santa Maria Maggiore invocando Gesù di purificare “questo mondo dal veleno del male,
della violenza e dell’odio che inquina le coscienze” e a purificarlo con la potenza
del suo amore misericordioso. Il Papa ha elevato infine la sua preghiera a Maria,
donna “eucaristica” in tutta la sua vita.