Stasera la Messa di Benedetto XVI nella solennità del Corpus Domini e la processione
verso Santa Maria Maggiore
Benedetto XVI celebrerà questa sera alle 19, nella Basilica Lateranense, la Messa
nella solennità del Corpus Domini, che sarà seguita al termine dalla processione
lungo Via Merulana fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove migliaia di fedeli
hanno partecipato alle tradizionali 40 ore di adorazione in preparazione alla festa
liturgica. La solennità odierna si lega quest'anno in modo particolare ai preparativi
per il prossimo Congresso eucaristico nazionale italiano, che si svolgerà ad Ancona
dal 4 all'11 settembre 2011: proprio martedì scorso si è insediato nell’arcidiocesi
marghigiana il comitato organizzativo. Lo stesso arcivescovo di Ancona, mons. Edoardo
Menichelli sottolinea questo legame, al microfono di Fabio Colagrande:
R. - Siamo
di fronte ad un evento che aiuta tutta la Chiesa a ri-centrare tutta la sua vita nel
mistero che la fonda, che la anima, che la santifica, che appunto è l’Eucaristia.
Sono lieto di fare questo colloquio con voi nel giorno in cui nella Città del Vaticano
si celebra la festa del Corpus Domini. E allora, questa festa deve diventare occasione,
ancora una volta, perché tutti i discepoli di Cristo si mettano in uno stato di adorazione
del mistero dell’Eucaristia e rinnovino non solo la fede, ma anche ne riprendano tutta
l’efficacia spirituale, salvifica e anche tutta la forza comunionale. Guardando al
Congresso eucaristico, tutto questo l’abbiamo pensato in due modalità. Innanzitutto,
nel tema del Congresso eucaristico, che è stato riassunto nella parola presa dal capitolo
VI di San Giovanni: “Signore, da chi andremo?”. Mi pare che questo sia il grido di
tutti noi, il grido della Chiesa che senza Gesù Cristo perde la sua identità, perde
la sua forza, senza l’Eucaristia perde il senso del suo esistere. Ma “Signore da chi
andremo?” è anche il grido di tutta l’umanità, in questa sorta di confusione che sperimentiamo
ogni giorno riguardo ai grandi valori della vita, riguardo agli aspetti etici del
vivere, rispetto - anche - alle tante ferite, alle tante sofferenze. “Signore, da
chi andremo?” è il grido di speranza dell’umanità. Tutto questo il Congresso lo vuole
dispiegare sul versante della vita quotidiana, cioè se l’Eucaristia non cala nella
vita quotidiana, se essa non diventa impegno di santità, forza nel servizio, se essa
non diventa elemento e forza di comunione, non diventa anima e forza della missione,
è ovvio che l’Eucaristia perderebbe il suo significato. D. -
La festa del Corpus Domini, il Congresso eucaristico nazionale che si sta avvicinando
sono occasioni per attingere al mistero eucaristico nuova luce, nuova energia. Forse
è il caso davvero che questa "sosta" eucaristica diventi ancora più centrale nella
nostra vita? R. - In questa giornata in cui la Chiesa celebra
la festa del Corpus Domini c’è uso di fare quella che si chiama la “processione”,
direi la processione più grande e solenne che noi abbiamo. Mi pare bello che questa
processione possa sviluppare un’idea. Noi generalmente siamo stati abituati a dire
che Gesù nell’Ecaristia, posto nel tabernacolo, è “il Divin prigioniero” - una volta
si diceva così. A me pare, invece, che la processione, cioè questo portare Cristo
per le strade là, dove l’umanità vive, soffre, spera, abbia un significato molto bello:
far sì che l’Eucaristia diventi l’anima vera della vita. Per cui le speranze, le delusioni,
i problemi, le tragedie, le gioie, i problemi di ogni giorno debbono essere illuminati,
santificati, sorretti da questa compagnia del Risorto, del Vivente, che è presente
in un modo misterioso sotto le specie del pane e del vino.