La Chiesa indiana chiede al governo di porre fine alla violenza nel Kashmir
Porre fine alle violenze nella Valle del Kashmir, in particolare a quelle scatenatesi
negli ultimi giorni, dopo il rapimento e l’uccisione di due donne. Un omicidio per
il quale sono state accusate le forze di polizia indiane. “Giustizia deve essere fatta”,
ha detto don Babu Joseph, portavoce della Conferenza episcopale cattolica dell’India,
chiedendo al governo di “procedere quanto prima verso la restaurazione della pace
nella regione”. “È triste – ha aggiunto il sacerdote ripreso dall'agenzia Ucanews
– vedere che, mentre i politici parlano di dare un maggiore potere alle donne, esse
subiscono ancora abusi nel Paese”. Le violenze e i disordini nella regione sono scoppiati
circa 10 giorni fa, dopo che il 30 maggio erano stati ritrovati, nel distretto di
Shopian, i corpi di due ragazze di 17 e 22 anni, Nilofar Ahmad e Asiya Jan, rapite
precedentemente. Delitti per i quali l’All Parties Hurriyat Conference, la coalizione
politica che mira all’autonomia del Kashmir, ha accusato le forze di sicurezza indiane.
Numerosi manifestanti sono scesi in piazza, chiedendo l’arresto dei responsabili dei
crimini e scandendo slogan a favore dell’autonomia del Kashmir dall’India. Negli scontri
con le forze dell’ordine, sono rimaste ferite 24 persone. (I.P.)