Celebrata in diversi Paesi la Settimana di preghiera per Israele e i Territori palestinesi
Le Chiese cristiane si sono fortemente impegnate anche quest’anno con campagne di
informazione, azioni di sensibilizzazione e momenti di preghiera per la “Settimana
mondiale per la pace in Palestina e Israele”. L’iniziativa, che si è conclusa ieri,
si è rivelata un’occasione per rinnovare in diversi Paesi l’accorato appello rivolto
a israeliani e palestinesi a percorrere insieme il cammino della pacificazione. In
Medio Oriente, Asia, Australia ed Europa le comunità ecclesiali si sono mobilitate
per “Pregare, informare, chiedere”. Il momento centrale dell’iniziativa, promossa
dal Consiglio Mondiale delle Chiese, si è svolto domenica scorsa: nella zona est di
Gerusalemme e contemporaneamente in altre nazioni del mondo è stata recitata una preghiera
comune, scritta per l’occasione dai leader religiosi della città. Nella preghiera
– riferisce l’Osservatore Romano – si invoca la benedizione di Dio affinché “doni
ai governanti e ai politici il coraggio di trovare giuste e adatte soluzioni al conflitto”.
In molte chiese è stata inoltre celebrata una speciale liturgia sul tema “It’s time
for peace”, i cui contenuti sono stati ispirati dalla comunità irlandese del Consiglio
Mondiale delle Chiese. Numerosi partecipanti alla “Settimana di preghiera” hanno poi
preso parte ai diversi momenti di preghiera in Israele e nei Territori Palestinesi,
in particolare presso i checkpoints militari, le scuole e i campi per i rifugiati.
Sempre domenica scorsa è stato organizzato in Svizzera un incontro al quale è intervenuto
l’ex arcivescovo anglicano di Capetown, Desmond Tutu: “Ogni situazione, anche quella
che appare del tutto intrattabile - ha detto - può essere risolta”. Il 5 giugno nelle
Filippine si è tenuta inoltre una veglia per la pace alla quale hanno aderito cristiani
e musulmani. In Norvegia, poi, è stato organizzato un seminario dal titolo “Terra
Promessa”. In Australia i membri del Parlamento hanno ricevuto da una delegazione
ecumenica un rapporto sulla situazione umanitaria a Gaza. Internet, infine, è stato
utilizzato come mezzo di unione tra i partecipanti all’iniziativa per indirizzare
preghiere e messaggi di pace. (A.L.)